ANCONA - L’interminabile Spoon River marchigiana del Coronavirus conosce la sua giornata più cupa e dolente, con 32 vittime in appena 24 ore, a cui se aggiungono...
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Un bollettino di guerra impressionante (anche se risente dell’inserimento di casi pregressi) capace di oscurare ogni spunto di ottimismo, come quello arrivato al mattino dal numero dei nuovi casi positivi. La curva del contagio sembra rallentare un po’, con un incremento giornaliero di 185 casi dopo il record di due giorni prima (268) e la flessione registrata lunedì (130) su un numero di tamponi inferiore alla media testati domenica. L’incremento di ieri, del 7,5% rispetto al totale del giorno precedente, conferma un andamento della progressione in frenata. Le percentuali di aumento sono passate dal 30% al 20% in 8 giorni (dal 6 al 14 marzo) mentre nella scorsa settimana, il tasso di incremento dei contagiati era sceso dal 20% al 11% circa (dal 14 al 19 marzo) e ora siamo a un incremento a cifra singola. All’unità di crisi in Regione seguono l’andamento della curva della Lombardia, in anticipo di dieci giorni sulle Marche e ora in flessione, ma nessuno si sbilancia su quando sarà raggiunto il picco, anche se le ultime stime si attestano tra la fine di marzo e i primissimi giorni di aprile.
Altri dieci giorni ventre a terra per gli ospedali marchigiani, che per fronteggiare un’epidemia arrivata a 2.736 contagi stanno producendo davvero il massimo sforzo sopportabile in questa fase critica: ieri mattina erano 1.011 i pazienti ricoverati per infezione da Covid-19, 149 dei quali in terapia intensiva e gli altri distribuiti tra i vari reparti, soprattutto Malattie Infettive. Oramai la capacità ricettiva del sistema sanitario regionale è saturata per grandissima parte da malati di Coronavirus che necessitano di ricovero e il progetto della nave ospedale al porto di Ancona a cui sta lavorando la Regione, con 100 posti per la terapia intensiva, potrebbe essere davvero la salvezza che arriva dal mare. Sono al livello di guardia gli ospedali di Marche Nord a Pesaro (152 pazienti ieri mattina, 36 in terapia intensiva) e di Torrette ad Ancona, dove ormai il piano d’emergenza ha moltiplicato i posti letto arrivando a ricoverare 188 malati distribuiti in 8 aree Covid, ben 38 in terapia intensiva, riempiendo anche l’ospedale da campo fuori dal Pronto soccorso. Ma sono in sofferenza anche l’ospedale Carlo Urbani di Jesi (110 pazienti, 15 in terapia intensiva) e di Senigallia (77 pazienti, 7 in intensiva. Anche gli ospedali del sud delle Marche, nelle province non ancora investite dall’onda di piena dell’epidemia, i reparti si stanno riempiendo di pazienti trasferiti da nord. Camerino ha 65 ricoverati Covid, Civitanova 66 (compresa una mamma che ieri partorito) e San Benedetto 38. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico