Consiglio regionale nelle sabbie mobili: le leggi? Se ne approva il 17%

Nel 2023, delle 40 arrivate sui tavoli delle Commissioni ne sono state licenziate 7 Il presidente Latini: «Ma sono di qualità». Biancani (Pd): «Dobbiamo recuperare»

Consiglio nelle sabbie mobili: le leggi? Se ne approva il 17%
ANCONA - A due anni e mezzo dall’insediamento del nuovo Consiglio regionale, è il presidente Dino Latini a tracciare un primo bilancio dell’attività...

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ANCONA - A due anni e mezzo dall’insediamento del nuovo Consiglio regionale, è il presidente Dino Latini a tracciare un primo bilancio dell’attività dell’organo legislativo delle Marche. Che è «positivo», almeno secondo l’ex sindaco di Osimo, ora al vertice dell’Assemblea. Non mancano però i problemi. E riguardano soprattutto l’anno corrente, il 2023.

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I lavori al palo


Nelle 17 sedute del Consiglio rendicontate fino al 23 giugno scorso, di proposte di legge approvate se ne contano appena sette. Trentadue, invece, quelle approvate nel corso del 2022. Uno dei nodi gordiani è stato quello legato alle quattro Commissioni permanenti di cui è dotata l’Assemblea legislativa. Tre si sono arenate per oltre un mese a causa degli stracci volati sull’assegnazione della vicepresidenza della terza all’Ambiente. Ma ora «tutte le commissioni sono ripartite» assicura il vicepresidente del Consiglio regionale Andrea Biancani (Pd). I ritardi accumulati, quelli restano. Delle 40 proposte di legge arrivate sul tavolo dei commissari nel 2023, solo sette risultano approvate.


Il recupero


«C’è da recuperare. Dobbiamo essere più veloci a licenziarle (le leggi, ndr)» conferma Biancani. «Bisogna guardare la qualità delle leggi» replica invece il presidente Latini a chi gli fa notare l’esiguo numero di provvedimenti approvati quest’anno. «Siamo nella media delle altre Regioni. L’Emilia Romagna ne ha finora approvate sei» spiega. Mal comune mezzo gaudio? Non proprio. «Mi rendo conto che la quantità è importante per dimostrare che i consiglieri si impegnano - continua Latini - ma se si fanno leggi, poche ma chiare, è un aspetto positivo». C’è infatti da dire che nell’arco di questi primi due anni e mezzo di legislatura, nessuna norma del Consiglio regionale è stata impugnata dal Governo centrale, finendo sui banchi della Corte Costituzionale. In ogni caso, la deriva presa dalla Regione preoccupa. «L’Assemblea legislativa deve fare le leggi, lo dice il nome stesso» attacca Biancani. «La Regione si occupa troppo di gestione e troppo poco di pianificazione» conclude. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico