Monsignor Paglia, presidente della Pontificia accademia per la Vita: «Comprensibile la sofferenza ma non si incoraggi il suicidio»

Monsignor Paglia, presidente della Pontificia accademia per la Vita: «Comprensibile la sofferenza ma non si incoraggi il suicidio»
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ANCONA - «È certamente comprensibile la sofferenza determinata da una patologia così inabilitante come la tetraplegia. Rimane tuttavia la domanda se la risposta più adeguata davanti a una simile provocazione sia di incoraggiare a togliersi la vita». La riflessione che apre al confronto arriva dalla Pontificia accademia per la Vita guidata dall’arcivescovo Vincenzo Paglia (una laurea in Pedagogia conseguita all’Università di Urbino, ndr), mentre i vescovi marchigiani si pronunceranno sul caso Mario nelle prossime ore e nel frattempo seguono attentamente la vicenda ed i prossimi sviluppi.

 

 

«La strada più convincente ci sembra quella di un accompagnamento che assuma l’insieme delle molteplici esigenze personali in queste circostanze così difficili - sottolinea monsignor Paglia -. È la logica delle cure palliative, che anche contemplano la possibilità di sospendere tutti i trattamenti che vengano considerati sproporzionati dal paziente, nella relazione che si stabilisce con l’équipe curante». Ma la vicenda ha riaperto inevitabilmente una frattura importante e sul piano etico lo scontro è servito. 
Il confronto


Scienza & Vita ritiene che la vicenda di Mario celi una pesante sconfitta, sotto vari aspetti. «Anzitutto la sconfitta di una vita umana segnata dalla malattia e dalla sofferenza, che non riesce a riconoscere più in se stessa quella dignità personale in verità mai perduta, poi una sconfitta per l’esercizio della medicina, il cui plurisecolare paradigma di dedizione assoluta alla cura e all’assistenza delle persone malate, sempre in favore della vita, viene adesso sovvertito, quasi ribaltato, includendo in quell’assistenza anche la possibilità di dare la morte intenzionalmente». Sui social la jesina Laura Boldrini, deputata Pd e presidente del comitato della Camera sui diritti umani nel mondo, ha bacchettato il Palamento: «L’Asur delle Marche ha avuto più coraggio di un Parlamento troppo allergico ai diritti. La politica deve assumersi le proprie responsabilità: votiamo la legge sull’eutanasia, come chiesto dalla Consulta». Per Emma Bonino, senatrice di Più Europa i referendum per legalizzare l’eutanasia potrebbero accorciare il sentimento di distanza ferale tra cittadini e politica. «Purtroppo - spiega - so che non è l’urgenza di nessuno nelle prossime settimane mesi. Eppure, la raccolta delle firme, il raggiungimento così alto delle firme, è stato uno schiaffone per molti». Netta la posizione del il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, presidente Ali (Autonomie Locali Italiane) e coordinatore sindaci Pd, per il quale non possono esistere zone grigie sui diritti e sui temi etici. «La vita è sacra ma la nostra comunità rispetta la difficile scelta di Mario, la sua giusta rivendicazione di una fine dignitosa. Questa storia, però, non coinvolge solo Pesaro (capoluogo della provincia dove Mario risiede), ma l’intera Italia: è tempo che la politica decida sul fine vita, colmando il vuoto normativo esistente e dando risposte certe a tutte quelle persone che fino a ieri erano costrette ad andare all’estero». 


mtb
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Corriere Adriatico