Alessandrini: «Mancano i leader e va migliorata la comunicazione»

Pietro Alessandrini
Come commenta, professor Pietro Alessandrini, il taglio della linea Freccia Rossa?  «Ne consegue un processo di...

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Come commenta, professor Pietro Alessandrini, il taglio della linea Freccia Rossa? 


«Ne consegue un processo di marginalizzazione di regione e capoluogo, in atto da troppo tempo, con l’isolamento nella rete dei trasporti pubblici, aereo e ferroviario. Ciò è grave perché penalizza le opportunità di scambio di persone e beni, a danno di tutti i settori dell’economia, manifattura e turismo in primis». 

 
Quindi una pesante penalizzazione.
«Aggravata dal venir meno della spinta propulsiva dello sviluppo endogeno, ovvero il ricambio generazionale e settoriale, che ha determinato il decollo economico delle Marche negli scorsi decenni. La crisi degli ultimi venti anni ha fortemente rallentato quello slancio. E oggi, mentre assai più che nel passato abbiamo bisogno di investimenti dall’esterno, è paradossale che quando c’è più bisogno di scambi esterni vengono meno le possibilità di collegamento». 


Che cosa si può fare? 
«Bisogna affrontare con decisione e capacità il vuoto di comunicazione, in termini di visibilità, che non è legato solo a un fattore dimensionale: altre regioni più piccole, come ad esempio la Liguria, con la metà della popolazione, appaiono più delle Marche all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale. E non solo per il crollo del ponte di Genova». 


Si tratta di un vuoto di contenuti o di protagonisti? 
«Paghiamo un problema di vuoto di rappresentanza, per mancanza di leadership politica, che si associa a una perdita di visibilità e potere gestionale di industriali leader. E il calo di rappresentanza a livello nazionale ed europeo non è facile da superare. Temo che dovremo aspettare l’avvento di una nuova generazione di imprenditori, quindi di nuove imprese, a livello produttivo. E di politici, provenienti da una migliore selezione delle vocazioni». 

 

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Corriere Adriatico