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ANCONA - Il via libera dalla commissione Lavori pubblici del Senato arriva praticamente alla velocità della luce: 21 favorevoli e un solo voto contrario a macchiare l’unanimità alla nomina di Vincenzo Garofalo come presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico centrale.
La tempistica
Adesso la pratica deve essere evasa dall’omonima Commissione della Camera che lo farà a strettissimo giro di posta: oggi i commissari esamineranno la proposta di nomina e domani ci sarà l’audizione di Garofalo con voto finale.
Il confronto
Che sia una ratifica quasi d’ufficio, al netto di improbabili colpi di scena, si è capito dalle parole dello stesso Garofalo pronunciate durante l’audizione alla commissione del Senato ieri pomeriggio. «Guardo con fiducia a questo lavoro che mi accingo ad iniziare - ha sottolineato -: una sfida importante per mettere a sistema tutti i porti nel rispetto delle singole peculiarità, ma anche nella convinzione che occorre fare interagire tutti i sistemi di trasporto sotto un’unica regia, con una sede luogo di confronto per ragionare in termini di sistema». Intermodalità è il filo conduttore del progetto che ha in mente Garofalo, più tutta una serie di progetti per l’Autorità di sistema.
Il dibattito
Il senatore marchigiano, Mauro Coltorti (M5S) presidente della Commissione, li ha messi tutti in fila. Dal Piano regolatore da realizzare, fino alla cantieristica con Fincantieri da potenziare. Garofalo non si è fatto trovare impreparato: «Sono consapevole che c’è un protocollo firmato da 80 milioni, 40 per Fincantieri e 40 per l’Autorità di sistema, ma a me non spaventa il lavoro». Anche il senatore Giorgio Fede - pentastellato marchigiano - ha ricordato al presidente in pectore la necessità di rilancio e sviluppo di tutte le realtà che gravitano attorno all’Autorità di sistema portuale, come la pesca e il trasporto di merci e passeggeri. Per l’ingegnere, che ha guidato l’Autorità portuale di Messina, tra il 2003 e il 2007, poco o niente di nuovo: «Questa è una grande opportunità alla luce dei fondi del Pnrr che serviranno a colmare un gap infrastrutturale ma con la collaborazione di territorio e politica».
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Corriere Adriatico