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SENIGALLIA - Una mattinata intensa al seminario di Senigallia quella di sabato 8 ottobre. Al tavolo si sono riuniti tutti i direttori Caritas delle realtà alluvionate delle Marche (Fabriano, Fano, Senigallia, Gubbio, nella cui diocesi rientra Cantiano) e il parroco di Cantiano, insieme al direttore di Caritas italiana don Marco Pagniello e al vescovo di Fano, Armando Trasarti, incaricato per la carità dalla CEM, la Conferenza episcopale marchigiana. L’incontro si è svolto per fare il punto sullo stato delle cose, rivolgendo la massima attenzione verso la popolazione vittima dell’alluvione ed esprimendo preoccupazione per il grave disagio che molti ancora stanno vivendo, nonostante la calamità risalga ormai a tre settimane fa.
Caritas al fianco di chi vive questa difficoltà
«Caritas si mette a fianco delle persone che vivono oggi un disagio enorme - spiega don Marco Pagniello - e accoglie la loro insofferenza, la loro rabbia».
Il grido d'allarme alla Protezione civile
Il grido di allarme è rivolto anche alla Protezione civile, perché non abbandoni questi territori. «Non vedere la Protezione civile in alcune specifiche zone - prosegue Pagniello - ci preoccupa molto. Come Caritas ci uniamo nel dire che ce la metteremo tutta per non abbandonare nessuno, vogliamo essere vicini al grido e alla sofferenza di tutti. Per questo invitiamo le autorità preposte a fare immediatamente qualcosa, per evitare di ritrovarci nuovamente in questo stato. Dobbiamo imparare da fatti come questo a rendere protagonisti la comunità, i territori, le persone». Il centro di tutto l’impegno di Caritas rimane il benessere e la salute della comunità, da custodire e proteggere, ancora di più in questi momenti di fragilità.
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