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ANCONA Quattrocento milioni di euro stanziati dal Governo Meloni sul triennio 22-24 per rialzarsi dalla tragedia che ha colpito le Marche il 15 settembre di un anno fa. Ventiquattro milioni stanziati dalla Regione Marche per il triennio 22-24, dalla dichiarazione dello stato di emergenza del Governo Draghi 6,1 milioni e 20,9 milioni dall’Ue per il fondo di solidarietà. Un impiego complessivo di risorse da oltre 450 milioni. «Il lavoro messo in atto fino ad oggi non ha precedenti - commenta il governatore Francesco Acquaroli -. Tutte le risorse disponibili sono state impegnate. Uno sforzo enorme da parte del Governo centrale e della Regione, per dare massimo supporto ad un territorio che in un decennio ha vissuto due terribili tragedie: nel 2014 e nel 2022».
Le risorse stanziate
Lo sforzo a cui fa riferimento Acquaroli si è concretizzato nella possibilità di intervenire nell’immediato per dare una risposta tempestiva ai territori colpiti. «Alle persone che dopo quella tragedia vivono nella paura, non dormono più - ha sottolineato Acquaroli -, ferite che non si rimargineranno mai».
I fiumi
In totale 106 gli interventi di somma urgenza improntati nell’immediato, a seguito della tragedia del 15 settembre dell’anno scorso, per una spesa complessiva di 13 milioni di euro. «Tra le opere messe subito in atto - racconta l’assessore Aguzzi - la pulitura del fiume Misa in tutta la sua lunghezza, la rimodulazione dei sedimenti all’interno e lo stoccaggio dei materiali in eccesso». Valore totale: 1,8 milioni. E ancora: «Altri interventi - continua l’assessore - partiranno nei prossimi giorni: 3 sul Cesano, 2 sul Nevola e 1 sul Burano, per una spesa di 1,6 milioni di euro». Totale: 3,4 milioni di euro per i lavori sugli alvei dei fiumi toccati dagli eventi alluvionali. «Lavori mai fatti in precedenza» tiene a sottolineare Aguzzi, che rimarca la necessità «di mettere in sicurezza il territorio nella prima fase emergenziale riprendendo in mano lo studio del 2016 dopo alluvione 2014, per una serie di una serie di opere strutturali previste, ma solo parzialmente realizzate».
La sicurezza
Il capo della Protezione civile regionale, Stefano Stefoni, ha posto l’attenzione sugli interventi per garantire la sicurezza dei corsi d’acqua: «La rimozione del materiale dall’alveo dei fiumi - spiega - serve a ripristinare l’ufficiosità idraulica dei fiumi, che restano puliti anche durante l’evento». Sulle prospettive degli interventi a medio-lungo termine, Stefoni sostiene «che occorre rifare i ponti senza campata in alveo - afferma -. Il vantaggio che ne consegue riguarda in primis la rete viaria, che resta operativa anche durante l’evento e nel post emergenza».
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Corriere Adriatico