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Chiunque sarà chiamato a gestire i voli di continuità territoriale dal Sanzio, rimpiazzando dal 16 marzo fino a ottobre la dimissionaria Aeroitalia, si dovrà impegnare a «non offrire, non accettare e non chiedere somme di denaro al fine dell’affidamento del contratto e/o in relazione alla corretta esecuzione del medesimo». È quanto prevede il “patto di integrità” che l’Ente nazionale dell’aviazione civile ha inserito nella procedura negoziata di emergenza a cui ha dovuto far ricorso dopo l’annuncio di Aeroitalia dell’intenzione «di interrompere anzitempo i servizi aerei sulle rotte onerate da e per Ancona». Una clausola, prevista agli articoli 1 e 2, che ha l’effetto di obbligare la compagnia aerea candidata al nuovo bando (che scade il 4 marzo) ad adottare il codice di comportamento Enac, ma che suona del tutto pleonastica, perché richiama il rispetto di norme già esistenti.
Da sei mesi a 5 anni
Ad esempio l'articolo 353 del codice penale, che punisce con la reclusione da 6 mesi a 5 anni la turbativa d'asta, reato commesso da «chiunque, con violenza o minaccia, o con doni, promesse, collusioni o altri mezzi fraudolenti, impedisce o turba la gara nei pubblici incanti o nelle licitazioni private per conto di pubbliche amministrazioni, ovvero ne allontana gli offerenti». Dunque il “patto di integrità” inserito dall’Enac nel nuovo bando è poco più che una formula di stile, che capita di trovare in bandi pubblici, ma non sempre. Non ve ne è traccia ad esempio (a meno che non sia sfuggito alle nostre e ricerche) nel primo bando dell'Enac sui voli di continuità tra il Sanzio e gli scali di Milano, Roma e Napoli.
La campagna Let’s Marche
Ma non basta. Atim secondo Intrieri «si impegna nel promuovere il logo Let’s Marche attraverso una campagna pubblicitaria». Il piano marketing, descritto poi nel contratto in due righe, prevede una pagina web del sito Aeroitalia dedicata alla campagna Let's Marche (con contenuti forniti da Atim) e il logo Let's Marche sulla fusoliera di un Atr. Il tutto, per 12 mesi, al modico prezzo di 750 mila euro a carico di Atim, cioè della Regione Marche. Dunque senza l’accordo collaterale con Atim, Aeroitalia non avrebbe partecipato al bando. Lo ha confermato Intrieri al nostro giornale, il 9 febbraio. «Un’altra compagnia, con quel bando, non la troverete mai. Sapete bene perché noi abbiamo accettato, perché c’era l’accordo con Atim», ha ribadito. Di queste condizioni aggiuntive che non figuravano nel bando Enac (la possibilità di ulteriori rotte e di un contratto di marketing da 750mila euro) erano al corrente anche altri operatori? Oppure si configura una sorta di patto a latere che poteva alterare la par condicio dei concorrenti? E il patto di integrità è stato inserito da Enac nel nuovo bando proprio per evitare altre manovre del genere? Infine, l’ultima domanda. Perché nel contratto di marketing firmato il 31 luglio (stessa data di aggiudicazione del bando) c’è una clausola di riservatezza in cui Atim e Aeroitalia riconoscono i termini del contratto come «strettamente confidenziali» e si impegnano a «mantenere la massima confidenzialità» sullo svolgimento del contratto. Ballavano 750mila euro di fondi pubblici, che meritavano maggiore trasparenza.
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