Solo tre pesci nel brodetto per l'Expo Confesercenti attacca, lo chef si pente

Solo tre pesci nel brodetto per l'Expo Confesercenti attacca, lo chef si pente
SAN BENEDETTO - La polemica è servita come pietanza, sul piatto dell’Expo. A finire sulla graticola c’è lo chef della...

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SAN BENEDETTO - La polemica è servita come pietanza, sul piatto dell’Expo.




A finire sulla graticola c’è lo chef della Caserma Guelfa, Federico Palestini che, la scorsa settimana, ha offerto nei locali dell’istituto Alberghiero, a una selezionata platea di 80 persone, una degustazione del “brodetto alla maniera sambenedettese” che, sotto l’egida di Eataly, è stato incaricato di servire pure nei ristoranti della kermesse milanese.



La rivisitazione composta da soli tre pesci rigorosamente senza spine (palombo, seppia e gattuccio) ha scatenato un putiferio. Le mancanze, rispetto ai tradizionali “12 apostoli” dei quali si compone la ricetta originaria, lo hanno reso bersaglio di insulti e ironia sui social ma, soprattutto, si è beccato la reprimenda istituzionale della Confesercenti che, da anni si batte sia per la creazione di un disciplinare sia per la promozione del brand in Italia e all’estero.



“Da anni stiamo spronando i nostri ristoratori a presentare questo piatto nei menu - dice Sandro Assenti per conto dell'associazione di categoria - da mesi lavoriamo sul disciplinare insieme con il Comune e l’istituto Alberghiero. Abbiamo portato in città il Gambero Rosso e la trasmissione Decanter per valorizzare questo brand: non possiamo presentarci così “poveri”, bisogna assolutamente arricchire la ricetta”.



Inchiodato dalle critiche, lo chef promette che a Milano farà del suo meglio. “A Milano poterò tutto il pesce che sarà reperibile - sostiene -. Da Eataly mi hanno anche chiesto un menu snello composto anche da rospo in potacchio e un battuto di coda di rospo. So bene di rappresentare un territorio anche se ci sarà il nome del mio ristorante, ma sarà presente quello della città. Una città che, però, mi ha massacrato in questi giorni”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico