ROMA - L'Italia vince una battaglia a difesa di una delle sue produzioni vitivinicole di maggior successo nel mondo, il Prosecco. È stata bloccata, come annuncia il...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Ringrazio le autorità britanniche - dichiara il Ministro Maurizio Martina - per aver bloccato in molti locali una frode come la vendita del Prosecco alla spina. Il nostro Ispettorato repressione frodi aveva già da tempo segnalato queste infrazioni rispetto alle nostre denominazioni vinicole e ha dimostrato la nostra capacità di intervenire a tutela dei prodotti italiani anche fuori dai confini e sul web. Queste operazioni ci dimostrano ancora una volta quanto sia efficace ed autorevole il nostro sistema di controlli che, non a caso, viene preso a modello da molti Paesi. Siamo primi in Europa - sottolinea ancora il ministro - nella tutela del settore agroalimentare, solo nel 2014 parliamo di oltre 100mila verifiche sul territorio nazionale a cui dobbiamo aggiungere anche quelle all'estero. Dobbiamo continuare su questa strada per mantenere alto il livello qualitativo dei controlli».
Dal Mipaaf «arriva un segnale positivo, - commenta Innocente Nardi, presidente del Consorzio di tutela Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene Docg - di efficacia. Riconosciamo la tempestività dell'intervento che ha portato avanti la segnalazione congiunta dei tre Consorzi di tutela. Il nome Prosecco appartiene al nostro territorio, rappresenta una eccellenza made in Italy, e come tale non può non essere tutelata. I numeri di questa frode nel Regno Unito sono piccoli, ma questo fenomeno va bloccato sul nascere per tutelare quei consumatori che, cercando il Prosecco, si avvicinano a un prodotto che non ci rappresenta. Sta succedendo anche in Canada, e anche lì stiamo operando in questa direzione di tutela contro frodi che danneggiano produttori che si spaccano la schiena per produrre un vino sempre più apprezzando nel mondo».
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico