Eroina nascosta in un calzino, nigeriano di 22 anni arrestato a Macerata

I carabinieri
MACERATA - Aveva 39 dosi di eroina già confezionate nascoste dentro a un calzino penzolante da un ramo. In manette spacciatore nigeriano di 22 anni. Il giovane era...

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MACERATA - Aveva 39 dosi di eroina già confezionate nascoste dentro a un calzino penzolante da un ramo. In manette spacciatore nigeriano di 22 anni. Il giovane era già noto alle forze dell’ordine. Finito il lockdown lo spaccio di droga all’aperto è ripreso immediatamente. Erano le 10.30 di mercoledì scorso. Una pattuglia di carabinieri in borghese della sezione operativa del Norm impegnata in controlli nelle zone sensibili della città è passata davanti al Belvedere Sanzio. Nei giardini pubblici i militari hanno visto un giovane di colore, cappellino rosso in testa, seduto su un muretto. Dopo mezz’ora i carabinieri, al comando del sottotenente Massimiliano D’Antonio, sono ripassati nello


 
stesso punto e hanno visto che il giovane era ancora lì, nascosto dietro a degli alberi, e hanno deciso di andare a controllare. Parcheggiata l’auto hanno raggiunto il giovane, quando si sono qualificati l’extracomunitario ha iniziato a dare segni di agitazione. «Sto qui perché ci dormo, non ho un altro posto dove stare», si è giustificato, ma l’agitazione è diventata vero e proprio nervosismo quando ha visto avvicinarsi un giovane. Quest’ultimo, probabilmente scambiando i carabinieri per acquirenti (dal momento che non indossavano l’uniforme), ha continuato a camminare verso il nigeriano ma quando i militari si sono qualificati, non ci ha pensato su: «Dovevo acquistare droga da lui», ha detto indicando l’africano. 

A quel punto è scattata l’ispezione del posto. Il 22enne nigeriano, Emanuel Okafo, un paio di volte ha alzato lo sguardo come a cercare qualcosa in alto, non è servito il terzo sguardo ai carabinieri che hanno trovato un calzino appeso a un ramo. Dentro c’erano 39 dosi per un totale di 27,5 grammi di eroina (avrebbe fruttato oltre 1.000 euro). Arrestato, è stato portato in caserma e chiuso nella camera di sicurezza. Ieri mattina è stato portato in Tribunale per essere giudicato per direttissima. Difeso dall’avvocato Alessandro Brandoni si è avvalso della facoltà di non rispondere, poi ha patteggiato con il pm Francesca D’Arienzo, tramite il legale, la pena di un anno e otto mesi ed è tornato in libertà.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico