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TREIA - Morte di Mithun Rossetti, il gip dispone ulteriori indagini. I legali dei familiari: «Nessun suicidio, siamo davanti a un inquietante omicidio. Troppe persone mentono o tacciono, sfruttino quest’ultima opportunità per comportarsi da uomini».
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Il gip Maria Grazia Leopardi dà nuova speranza ai genitori e alla sorella di Mithun, lo studente universitario di Treia (26 anni ancora da compiere) trovato impiccato il 7 agosto di cinque anni fa in circostanze misteriose. Dopo la richiesta di archiviazione del fascicolo aperto contro ignoti per omicidio volontario presentata dal procuratore di Fermo Raffaele Iannella e dal sostituto Eugenia Sinigallia, i genitori Lorena Poddine e Sergio Rossetti e la dorella Putrika Rossetti, tramite gli avvocati Federico Valori, Rossano Romagnoli e Benedetta Tommasoni presentarono opposizione alla richiesta evidenziando le zone d’ombra che l’indagine fin qui eseguita presenterebbe.
Il 16 aprile scorso si era svolta l’udienza e il 19 il gip ha sciolto la riserva. «Il giudice – hanno riferito i legali - ha ritenuto “di condividere in fatto e in diritto i rilievi e le valutazioni di cui all’opposizione avanzata facendoli propri e dandoli per qui trascritti”.
«Altrettanto inequivoco – proseguono i legali –, riteniamo sia il significato di questo secondo periodo: le indagini da espletarsi, come richiesto da questa difesa, dovranno consistere in: nuova indagine informatica con i più aggiornati sistemi di ricerca; effettuazione di ulteriori indagini tossicologiche; nuova audizione dei testi già sentiti in fase istruttoria, avendo cura che durante lo svolgimento dell’atto essi non vengano assistiti da alcun legale di fiducia, a meno che essi non vengano indagati per il reato di false informazioni al pm; assunzione delle testimonianze omesse nel corso dell’indagine. Dopo quasi cinque anni finalmente ciò che era di palese evidenza fin dal primo momento, viene riconosciuto e consacrato in un provvedimento giudiziario. La famiglia non è più sola; accanto a lei da anni, i media e l’opinione pubblica si sono stretti, consapevoli delle soverchianti perplessità ed inquietudini che le modalità di svolgimento delle indagini e le conclusioni suscitavano. Oggi, si è aggiunto l’autorevole conforto del gip del Tribunale di Fermo. Per porre rimedio agli errori commessi ed al tempo perduto, occorrerà una forte determinazione da parte degli inquirenti».
Nei prossimi giorni i legali si recheranno in Procura a Fermo «a discutere – spiegano - con gli inquirenti al fine di rendere davvero efficaci e risolutive le indagini da espletare; perché venga fatta luce sulla tragica vicenda che ha coinvolto il povero Mithun. Ci preme registrare e trasmettere l’appello accorato della signora Lorena, del signor Sergio, di Putrika rivolto a coloro i quali sono stati ben individuati dal gip, affinché sfruttino quest’ultima possibilità per dire finalmente quanto a loro conoscenza e comportarsi da uomini». Secondo i familiari, infatti, ci sono persone che sanno di più di quello che finora hanno riferito.
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Corriere Adriatico