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TREIA - Metti insieme un pizzico di innovazione, la solidarietà e l’appoggio dell’amministrazione comunale, dei commercianti locali, della Caritas e dei frati del santuario del Santissimo Crocefisso di Treia: la città diventa un paese sospeso in cui chi ha bisogno può fare la spesa grazie alle donazioni degli altri.
Merito dell’idea di un giovane economista pugliese, il 31enne Giandonato Salvia che ha consegnato ad inizio dicembre un centinaio di tessere a Treia, da utilizzare in abbinamento all’applicazione Tucum.
Spiega il sindaco Franco Capponi: «Abbiamo ricalibrato il progetto su una realtà come Treia. Ho ascoltato l’ideatore, Salvia durante la manifestazione dei frati minori sull’economia dei poveri e la presentazione dell’enciclica “Fratelli tutti”. Il progetto certifica che le donazioni vanno a buon fine. La carta di credito data alla persona bisognosa può essere utilizzata solo per l’acquisto di generi di prima necessità, o per servizi indispensabili, come il barbiere, il dentista o il meccanico, se non si hanno i soldi per pagare. La carta di credito dona dignità a chi è povero, perché permette di non dire che è assistito dal comune. C’è un comitato formato da Caritas e servizi sociali che individua le persone bisognose, non sempre certificabili dal reddito Isee, basti pensare a chi ha perso il lavoro da poco». La spesa si può fare nei negozi convenzionati di Treia, con riflessi sull’economia locale, il Comune ha finanziato il progetto con un fondo iniziale di quindicimila euro, promuovendo incontri con commercianti e donatori. Ora si attendono le donazioni private per incrementare il fondo, chi dona avrà un rimborso del 35 per cento sulle tasse. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico