Tolentino, carabiniere morto in caserma La famiglia: "Elementi da chiarire"

Emanuele Lucentini (foto concessa da Foligno oggi)
TOLENTINO - L’appuntato scelto Emanuele Lucentini, che avrebbe compiuto cinquant’anni a novembre, era molto conosciuto in città, anche se ormai da diversi anni viveva a...

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TOLENTINO - L’appuntato scelto Emanuele Lucentini, che avrebbe compiuto cinquant’anni a novembre, era molto conosciuto in città, anche se ormai da diversi anni viveva a Spello e prestava servizio a Foligno. In Umbria aveva anche conosciuto e sposato la moglie Stefania di Nocera Umbra. A Tolentino, in contrada Paterno, risiedono ancora il padre Giancarlo Lucentini, ex cantoniere, e la mamma Vittoria Del Pupo, mentre la sorella Daniela dopo essersi sposata si è trasferita a Porto Sant’Elpidio. Straziati dal dolore, i genitori del sottufficiale dell’Arma, accompagnati dalla figlia, ieri mattina sono subito partiti alla volta di Foligno per capire cosa sia avvenuto nella caserma e dare un senso a una morte tanto atroce quanto assurda. Appena arrivati nella caserma di Foligno sono stati accolti dai colleghi di Emanuele (nella foto concessa da Foligno Oggi) e dai vertici dell’Arma che hanno manifestato il loro profondo cordoglio per la perdita di un collega e soprattutto di un amico. “Siamo addolorati, distrutti dal dolore. Non riusciamo ancora a credere che nostro figlio non ci sia più - ha detto il papà Giancarlo con la voce rotta dall’emozione -. A Foligno abbiamo trovato ad accoglierci gli amici di nostro figlio con i quali Emanuele trascorreva il tempo libero. Le loro parole sincere ci hanno confermato che Emanuele era molto amato e stimato. Era sempre disponibile con tutti, una persona aperta che era riuscita a farsi voler bene dalla sua città di adozione”. La sorella Daniela, parlando per conto dell’intera famiglia, ha poi dichiarato: “Ci hanno detto che non c’è nessun dubbio sull’accidentalità della tragedia. Ma noi vogliamo capire cosa sia effettivamente successo e come sia potuto accadere. Ci sono ancora degli elementi da chiarire”.
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Corriere Adriatico