Occupano abusivamente un cantiere a Tolentino, fratelli accusati di estorsione e falso

Avevano minacciato di andarsene solo se i proprietari gli avessero fatto svolgere lavori retribuiti

Occupano abusivamente un cantiere a Tolentino, fratelli accusati di estorsione e falso. Foto generica
TOLENTINO Prima avrebbe occupato abusivamente un cantiere edile minacciando di andarsene solo se i proprietari gli avessero fatto svolgere lavori retribuiti, poi li avrebbero...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
TOLENTINO Prima avrebbe occupato abusivamente un cantiere edile minacciando di andarsene solo se i proprietari gli avessero fatto svolgere lavori retribuiti, poi li avrebbero costretti a versare 60.000 euro. L’albanese 32enne Marsel Mati e la sorella 30enne Marsida Mati sono accusati di estorsione e falso.  


La ricostruzione 


I fatti risalgono al 2021. A inizio di quell’anno due ditte abruzzesi avevano acquistato dal fallimento della Sirolesi Costruzioni un fabbricato a uso residenziale in fase di costruzione in via Santa Rita da Cascia a Tolentino. Quando gli operai andarono nel cantiere vi trovarono dentro Marsel Mati che, per la Procura (il fascicolo è del sostituto procuratore Vincenzo Carusi), aveva occupato abusivamente quel cantiere minacciando che non sarebbe andato via se i proprietari non gli avessero permesso di svolgere lavori retribuiti per loro conto. I due imprenditori accettarono di dare al Gruppo Marma srl (amministrata formalmente da Marsida, di fatto dal fratello Marsel) dei lavori di tamponatura esterna e tramezzi interni pagati 15.600 euro. Dopo aver ottenuto i soldi però Mati avrebbe inviato altre due fatture dicendo che se non gliele avessero pagate non avrebbe lasciato il cantiere. Uno dei due imprenditori pagò, l’altro no. A quel punto i Mati, presentando fatture emesse nei confronti delle due ditte abruzzesi per lavori in realtà mai eseguiti e attestando falsamente che le due ditte non avevano ancora depositato il bilancio di esercizio per il 2018 (per la difesa i bilanci all’epoca non erano pubblici, ndr), avrebbero indotto in errore il giudice ottenendo un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo e in questo modo avrebbero costretto i due imprenditori a versare al Gruppo Marma due assegni circolari del valore di 30.000 euro ciascuno incassati da Marsida Mati uno il 22 e l’altro il 23 aprile del 2021. Ieri l’udienza preliminare è stata rinviata al 12 dicembre. I due imputati, che respingono gli addebiti, sono difesi dagli avvocati Vando Scheggia e Riccardo Leonardi.

  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico