Superbonus, Popa (Edili Cna): «Per le imprese è fondamentale la programmazione. Ora siamo più tranquilli ma c’è bisogno di certezze»

Ndricim Popa, Presidente Cna Costruzioni
MACERATA «Il ripensamento del Governo ci permette di tirare un sospiro di sollievo. Ma ora abbiamo bisogno di certezze». È il commento di Ndricim Popa del...

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MACERATA «Il ripensamento del Governo ci permette di tirare un sospiro di sollievo. Ma ora abbiamo bisogno di certezze». È il commento di Ndricim Popa del settore costruzioni di Cna Macerata che ieri mattina, prima ancora dell’evoluzione annunciata in serata aveva commentato: «Roba da pazzi. Parliamo dell’unica misura che permetteva l’efficientamento energetico e allo stesso tempo aiutava la ricostruzione. Ed è stata stoppata». Ma anche ora che è arrivato il dietrofront sul cratere, Popa, come gli altri titolari di imprese edili, chiede certezze: «Fino a oggi pomeriggio (ieri, ndr) eravamo perplessi. Ora tiriamo un sospiro di sollievo, ma rimane sempre il dubbio . Dobbiamo fare i nuovi contratti e ci domandiamo: il governo cambierà di nuovo idea? Non ci si può alzare una mattina e tagliare tutto. Noi abbiamo bisogno di programmazione».

I contratti

Popa entra nel merito della questione dello sconto in fattura e cessione del credito che - in un primo momento, secondo la bozza iniziale del decreto, sembrava annullato -. «Ti si propone un contratto di tre milioni, su questi ci sono 1,2 milioni di crediti. Cifra che è ben più alta di quello che sarebbe l'utile dell'impresa. Significa che lavori nel tempo e non riesci a cedere il credito. Ma l'azienda deve vivere nel frattempo, non può aspettare anni. Si può tenere in pancia 100mila euro di credito, ma non milioni».

La richiesta

Ecco allora che vengono chieste certezze: «Abbiamo bisogno di certezze, di leggi vere. Con questo tira e molla è più facile pensare che il Governo abbia voluto tirare fuori la prima bozza per vedere quale sarebbe stata la reazione dei territori. Oggi (ieri, ndr), tutto il settore edile delle Marche avrebbe dovuto fermarsi per far vedere che non possiamo più essere trattati così». Poi Popa torna sulla proroga del Superbonus che - fino al periodo precedente la bozza del decreto - era stata fissata a dicembre 2025 e per la quale non ci sono ancora novità su eventuali modifiche. Anche in questo caso non ci sta: «Questa misura deve diventare strutturale nel cratere. Altrimenti si fa passare il messaggio che chi prima arriva meglio alloggia. Nei territori colpiti dal sisma i tecnici e le imprese sono questi, non si può pensare che la ricostruzione potesse partire e finire tutta insieme. Era ovvio che ci sarebbero state abitazioni partite e concluse prima e altre partite e concluse dopo. Per quale motivo i diritti dei cittadini dovrebbero essere diversi tra loro? Tutti pagano le tasse ed è giusto che, se il terremoto distrugge la casa dei cittadini, questi abbiano la possibilità di ricostruirla nuova e sicura. Non si può pensare, inoltre, di restaurare gli immobili come erano prima del sisma. Basta vedere il fallimento della ricostruzione del 1997: erano stati sistemati i danni, ma ora ci troviamo a intervenire nuovamente sugli stessi edifici. Il miglioramento deve esserci».

 

 

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Corriere Adriatico