Stroncato da un infarto in casa nella notte Muore un imprenditore molto conosciuto

Cesare Petrocchi
SAN SEVERINO - Lutto in città. È morto l’imprenditore Cesare Petrocchi, “Cesarino” per gli amici. L’uomo era titolare dell’azienda di...

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SAN SEVERINO - Lutto in città. È morto l’imprenditore Cesare Petrocchi, “Cesarino” per gli amici. L’uomo era titolare dell’azienda di lavorazione del ferro “ Petrocchi lamiere” di San Severino Marche. Aveva compiuto 65 anni lo scorso 25 luglio. Si è spento verso le 4 di ieri nella sua abitazione, in via San Michele. L’imprenditore è stato stroncato da un infarto. Il settempedano è stato subito soccorso, ma non c’è stato nulla da fare per strapparlo alla morte.


La salma nella mattinata di ieri è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale di San Severino Marche dove è stata allestita la camera ardente. E tanta è stata la gente che si è stretta attorno ai familiari, straziati dal dolore. I funerali sono stati fissati per le 9.30 di domani. Il rito funebre si svolgerà nella chiesa di San Domenico a San Severino Marche. Molte saranno le persone che prenderanno parte ai funerali per porgere l’estremo saluto all’imprenditore. Cesare Petrocchi era molto noto in città. Tutti lo conoscevano per l’attività che svolgeva. L’imprenditore lascia la moglie Leda, i figli Andrea e Carla. Tutti e tre lavorano alla “ Petrocchi lamiere”. «Cesare Petrocchi - racconta l’ex sindaco di San Severino Marche, Cesare Martini - era un compagnone, l’amico di tutti. Si era sempre impegnato per l’azienda di famiglia. Amava scherzare. Era sempre sorridente quando lo si incontrava. Non l’ho visto mai arrabbiato. Era una brava e bella persona. Lo si vedeva spesso nella palestra cittadina, perché amava seguire il figlio giocatore di pallavolo».


Il sessantacinquenne era il titolare dell’azienda “ Petrocchi lamiere”, fondata dal nonno e gestita successivamente dal padre, con sede in via San Michele e stabilimento nella zona industriale di Taccoli. L’azienda lo scorso anno era stata teatro di un incendio che aveva distrutto il capannone di Taccoli. Il rogo era stato provocato da un corto circuito interno. La notizia della morte dell’imprenditore a San Severino ha sconvolto davvero tutti. Diversi i messaggi in ricordo del settempedano su Facebook. Tanto dolore per un uomo che aveva conquistato tutti con la sua simpatia e le sue qualità umane e professionali. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico