RECANATI – La squillo era finta, tuttio veri invece sia il dibattito che l’ondata di polemiche conseguenti. Uno scherzo, ben architettato, per capire come le persone...
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Una fake news, dunque, che è stata messa in rete e che subito è stata accolta dai recanatesi come una vera e propria notizia, con centinaia di commenti. Il video postato nelle pagina di Bravi, infatti, ha raccolto finora ben 60mila visualizzazioni, sicuramente anche da parte di chi alla notizia falsa non ha abboccato, ma il “caso” è stato sollevato. È bastato che uno degli amici in questione si vestisse da donna, con tanto di minigonna, che si avvicinasse a una macchina, con autista compiacente, e che venisse abbordato, proprio mentre nel viale che porta all’ospedale di Recanati passavano altre due macchine, che hanno ben notato quanto stava accadendo. Il tutto, poi, filmato e fotografato dagli stessi creatori della fake news, che hanno postato il tutto, scatenando reazioni e commenti di ogni genere. Basti pensare che, tra l’altro, anche diversi media sono stati tratti in inganno dalla foto postata, tanto che, nei giorni successivi, sono usciti articoli sulla presunta prostituzione nella città di Leopardi. Tra i tanti commenti che la foto ha ricevuto su Facebook ce ne sono dei più disparati: da chi si preoccupa per il fenomeno della prostituzione, e scrive «a me non sembra che sia da sottovalutare», a chi si preoccupa di chiamare qualcuno, scrivendo «ma chi si può allertare? È inconcepibile», passando per chi si accorge che la finta lucciola era appostata proprio vicino casa sua, fino a chi scrive «non ci posso credere, quanto siamo caduti in basso».
E così, dunque, l’esperimento di Sebastiano Bravi e dei suoi amici-complici ha proprio colto nel «Abbiamo fatto tutto questo – si legge a conclusione del video – per dimostrare quanto sia facile creare una fake news e farla passare per vera, con pochissimo impegno». La foto della squillo nella città leopardiana aveva animato il dibattito per giorni: ma era tutto uno scherzo. Riuscito veramente alla perfezione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico