Recanati, "Gay come gli animali", la gaffe social del consigliere Trucchia fa arrabbiare il sindaco: «Parole incompatibili con il suo ruolo»

"Gay come gli animali", la gaffe social del consigliere Trucchia fa arrabbiare il sindaco: «Parole incompatibili con il suo ruolo»
RECANATI - «Chi si esprime come Trucchia non è compatibile con il ruolo pubblico del consigliere comunale». A intervenire sulla bufera social scatenata dal...

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RECANATI - «Chi si esprime come Trucchia non è compatibile con il ruolo pubblico del consigliere comunale». A intervenire sulla bufera social scatenata dal post del consigliere di Fratelli d’Italia, Pierluca Trucchia, è il sindaco Antonio Bravi. Resta acceso, infatti, il dibattito sulla posizione espressa dal presidente dell’associazione Beniamino Gigli riguardo la decisione del Vaticano di benedire le coppie omosessuali.

 

Le parole

«Hanno chiesto e ottenuto di essere benedetti, proprio come si fa per gli animali alla festa di Sant’Antonio Abate». È quanto aveva scritto nei giorni scorsi Trucchia sulla sua pagina Facebook, in un post che poi è stato rimosso dall’amministrazione del social network. E mentre Trucchia ha deciso di non commentare quanto accaduto, se non con il suo intervento in consiglio comunale in cui si è scusato con chi si è sentito offeso dalle sue parole, a intervenire sono i gruppi di maggioranza. Prima la richiesta di dimissioni da parte di Recanati Insieme, poi la posizione espressa dal primo cittadino: «Trucchia avrebbe potuto dire che gli è sfuggita una frase - duce Bravi -, invece in Consiglio, nello scusarsi, ha continuato a ribadire il concetto. E a rincarare la dose è stato il capogruppo del suo partito, Simone Simonacci, che ha cercato di mettere una toppa risultata peggio del buco». Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo dem in Consiglio, Andrea Marinelli: «Noi siamo fermamente contrari al post pubblicato da Trucchia - dice - e a ciò che esprime. Si tratta di una uscita infelice da parte sua. Prendiamo atto delle scuse in Consiglio e, tutto sommato, vogliamo immaginare e sperare che sia stata una caduta di stile involontaria, perché se le dichiarazioni sottendessero a quello che c'era scritto bisognerebbe esprimere una grossa preoccupazione, soprattutto perché queste persone mirano ad amministrare la città». Poi l’affondo nei confronti del capogruppo Simonacci: «Quello che più mi ha sorpreso è la parte dell'opposizione che tendeva a giustificare il post come libertà di pensiero, questa è stata la cosa che più ci ha sconcertato. Il fatto che Trucchia avesse chiesto scusa e che avesse dato una interpretazione più generale secondo cui lui non condivide la scelta del Vaticano, ma ammorbidisce la spigolosità del suo post poteva chiudere la questione, invece l'insistenza da parte del capogruppo di FdI ci ha lasciato senza parole».

 

 

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Corriere Adriatico