«Movida violenta da incubo, è il caos». Protestano i titolari di locali e negozi

Aumentano le proteste per la movida alcolica e violenta
PORTO RECANATI - Allarme movida violenta. A chiedere interventi sono i commercianti costretti a fare i conti con i disagi che gli schiamazzi e il comportamento dei più...

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PORTO RECANATI - Allarme movida violenta. A chiedere interventi sono i commercianti costretti a fare i conti con i disagi che gli schiamazzi e il comportamento dei più giovani portano alle loro attività. «Nella struttura lungo corso Matteotti abbiamo avuto qualche danneggiamento del dehors esterno - dice Eugenio Gallo, Ceo di Gest Group che gestisce gli hotel Enzo e Life della città - con conseguente lamentela degli ospiti che vi alloggiano. Noi vendiamo risposo e quanto accade nei weekend inizia a essere un problema». 

 

 

«Anche al Life hotel - aggiunge Gallo - paghiamo lo scotto di essere di fronte ad una vasta spiaggia libera presa d’assalto dai giovani nelle ore notturne che, oltre al frastuono, lasciano bottiglie e rifiuti a terra». Ha scritto alle autorità competenti Alessandra Gabbanelli, titolare del negozio Vogue Pelle lungo il corso. «Speravo che qualcosa potesse cambiare - dice -, ma il copione sembra destinato a ripetersi. In modo particolare durante il fine settimana, la nostra città continua ad essere ostaggio di bande di ragazzi, provenienti anche da località limitrofe, che bevono, fanno chiasso, sporcano. Con la fine della scuola e l’inizio della stagione estiva il fenomeno è destinato ad accentuarsi, a meno che non si prendano seri provvedimenti a tutela dei residenti, turisti, attività ricettive e commerciali. Quando inizieranno le aperture serali dei negozi non potremo tollerare gli episodi incresciosi che si sono verificati lo scorso anno e saremo costretti a compiere i nostri passi e a chiedere un risarcimento danni».

Secondo Marco Giampaoli, del bar Palmary «l’ordinanza emessa dal sindaco sull’alcol può tamponare il problema, ma mi accorgo che molti giovani si portano le bottiglie da casa e trovano il modo di prepararsi cocktail da soli. Spesso provo a parlare con loro per chiedere maggiore attenzione, ma non ho l’autorità per farlo. Chiudo sempre prima delle due, ma i gruppi si spostano sulle vie, sui marciapiedi, e sono difficili da gestire».
 

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Corriere Adriatico