Lo sfogo di Massi dell’Abat: «Mareggiate, a Scossicci un’emergenza infinita. Negli ultimi anni persi molti clienti»

La spiaggia dopo l'ultima mareggiata
PORTO RECANATI - «Questa città deve decidere cosa fare da grande». Esasperati gli operatori balneari di Scossicci, a Porto Recanati, al termine di una settimana...

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PORTO RECANATI - «Questa città deve decidere cosa fare da grande». Esasperati gli operatori balneari di Scossicci, a Porto Recanati, al termine di una settimana che li ha visti costretti a smontare l’attrezzatura da spiaggia e metterla al riparo dalle mareggiate. Massimiliano Massi, titolare dello chalet “Da Massi” e referente Abat per Porto Recanati parla anche a seguito di qualche confronto che spesso avviene con i colleghi della costa a nord della città. 

 

 
«Quello che ci pesa - spiega - non è tanto il lavoro che dobbiamo fare per smontare l’attrezzatura e poi rimontarla, perché sulla pioggia non possiamo fare nulla, quanto il disagio che creiamo ai nostri clienti che, rispetto agli altri chalet, non possono tornare in spiaggia nel primo giorno di sole utile dopo il maltempo. Non appena l’emergenza termina, infatti, noi abbiamo bisogno di almeno un giorno per preparare di nuovo la spiaggia. I bagnanti del posto conoscono i problemi di questa zona, ma i turisti, dopo aver perso i giorni di vacanza per via del maltempo, non possono anche attendere che noi rimettiamo in sesto gli ombrelloni».

Ecco, quindi, la condanna a quella che secondo gli operatori è «mancanza di attenzione per un problema annoso. Non si è provveduto a risolverlo negli anni - dice -, non un mese fa. Non ci ha pensato la Regione, il Comune non si è fatto portavoce. Parliamo di problemi che permangono da decine di anni e nessuno può esimersi dalle sue responsabilità. Tutti le hanno. Stiamo parlando di una delle zone più belle della Regione Marche: la riviera del Conero. Roberto Mancini ha girato lo spot delle Marche a Numana, a due passi da noi. Questa zona deve essere valorizzata, non abbandonata. A questo punto - prosegue Massi - la città deve chiedersi cosa voglia fare: se gli obiettivi sono accoglienza e turismo, questa non è la strada per raggiungerli. Non possiamo attirare i turisti affinché spendano in queste zone e poi non dar loro nulla in cambio. Negli anni ne abbiamo viste di persone che hanno lasciato questi luoghi per trovarne altri più comodi».

Infine Massi sottolinea l’importanza della sinergia con le altre città vicine: «Per attraversare il Musone - dice - le persone devono passare sullo stesso ponte stretto dove passano le auto. Un ponte pedonale dal porto di Numana a quello di Porto Recanati sarebbe l’ideale, ma il campanilismo sembra dettare ancora le regole. Credo che sia arrivato il momento di placare qualsiasi rivalità, perché anche questa, a livello turistico, è una logica che non ci porta da nessuna parte». 

 

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Corriere Adriatico