PORTO RECANATI - «Questa città deve decidere cosa fare da grande». Esasperati gli operatori balneari di Scossicci, a Porto Recanati, al termine di una settimana che li ha visti costretti a smontare l’attrezzatura da spiaggia e metterla al riparo dalle mareggiate. Massimiliano Massi, titolare dello chalet “Da Massi” e referente Abat per Porto Recanati parla anche a seguito di qualche confronto che spesso avviene con i colleghi della costa a nord della città.
«Quello che ci pesa - spiega - non è tanto il lavoro che dobbiamo fare per smontare l’attrezzatura e poi rimontarla, perché sulla pioggia non possiamo fare nulla, quanto il disagio che creiamo ai nostri clienti che, rispetto agli altri chalet, non possono tornare in spiaggia nel primo giorno di sole utile dopo il maltempo. Non appena l’emergenza termina, infatti, noi abbiamo bisogno di almeno un giorno per preparare di nuovo la spiaggia. I bagnanti del posto conoscono i problemi di questa zona, ma i turisti, dopo aver perso i giorni di vacanza per via del maltempo, non possono anche attendere che noi rimettiamo in sesto gli ombrelloni».
Ecco, quindi, la condanna a quella che secondo gli operatori è «mancanza di attenzione per un problema annoso.
Infine Massi sottolinea l’importanza della sinergia con le altre città vicine: «Per attraversare il Musone - dice - le persone devono passare sullo stesso ponte stretto dove passano le auto. Un ponte pedonale dal porto di Numana a quello di Porto Recanati sarebbe l’ideale, ma il campanilismo sembra dettare ancora le regole. Credo che sia arrivato il momento di placare qualsiasi rivalità, perché anche questa, a livello turistico, è una logica che non ci porta da nessuna parte».