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PORTO RECANATI - «Quando era ubriaco ci colpiva buttandoci addosso bottiglie piene d’acqua per non lasciare segni e bagnava i letti delle figlie per non farle dormire». Lo ha raccontato ieri in aula una donna di origine romena davanti al giudice Francesca Preziosi e al pubblico ministero Stefano Lanari, nel corso del processo a carico del marito, un connazionale di 44 anni, accusato di maltrattamenti in famiglia.
È stata sentita come testimone insieme alle due figlie.
La moglie e le due figlie erano poi andate in ospedale e i medici le avevano visitate e curate (prognosi di sei giorni per la mamma, sette giorni per una delle due figlie e quattro giorni per uno stato di ansia a seguito di aggressione per l’altra figlia). In più occasioni il marito avrebbe minacciato di morte la moglie e umiliato e ingiuriato anche le figlie. Dopo la denuncia all’autorità giudiziaria nei confronti dell’uomo era stata disposta la misura del divieto di avvicinamento alla casa coniugale e alle persone offese e da quel momento l’uomo indossa il cosiddetto “braccialetto antistalking”, che permette la localizzazione di chi lo indossa e consente alle forze dell’ordine di poter intervenire immediatamente. L’udienza è stata rinviata al prossimo dicembre per sentire l’imputato e per la discussione. L’uomo è difeso dall’avvocato Emanuele Senesi.
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Corriere Adriatico