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PORTO RECANATI - «La Regione si è dimenticata di Scossicci». L’amarezza e la delusione degli operatori balneari di Porto Recanati sono grandi dopo l’esposizione del piano regionale per la difesa della costa che vedrebbe «ultimati i lavori delle scogliere» nella città rivierasca. Amarezza e delusione per chi conosce bene la questione delle mareggiate che nel tratto nord del litorale portorecanatese mette in ginocchio, da decenni, gli operatori balneari.
A raccogliere la rabbia di tutta la categoria è Massimiliano Tomassini, rappresentante Abat cittadino e titolare dello chalet “Da Massi”. «A chi sostiene che i lavori sono conclusi - dice - ricordiamo che Porto Recanati ha il tratto di costa di Scossicci che da anni deve far fronte agli effetti devastanti delle mareggiate.
Tomassini ricorda quindi quali sono i principali problemi da risolvere: «Anche il centro soffre di alcune problematiche che vanno sistemate - prosegue - ma Scossicci attende soluzioni da anni. Abbiamo raccolto 1.300 firme per chiedere di essere ascoltati. Non ci stiamo a vedere scritto sul giornale che la situazione è risolta. Tutta la campagna elettorale per l’elezione del nuovo sindaco, da parte di tutti i quattro candidati, prevedeva la difesa della costa. Questo significa che non si tratta di un problema risolto. Noi operatori balneari siamo molto delusi: le nostre lamentele non sono infondate, ma derivano dall’impossibilità di accogliere bagnanti e turisti». Il rappresentante Abat sottolinea come a rimetterci sia l’intero indotto. «Ci sono chalet, ristoranti, bar, residence, campeggi e hotel che vivono del turismo estivo. Non permettere ai bagnanti di godere della costa nord e accoglierli in condizioni disastrose significa mettere a repentaglio un settore intero».
È per questo che Tomassini ribadisce la necessità e l’urgenza di intervenire immediatamente. «Prima di prendersi il merito dei lavori conclusi - dice - bisogna lavorare e risolvere il problema. Ci chiediamo se le istituzioni regionali vengano davvero a controllare la situazione. È necessario che escano dal proprio ufficio e vengano a vedere come soffre il nostro territorio. Non possono scrivere il falso - conclude - e noi continueremo ad adoperarci per difendere questo tratto di costa. Un luogo che rappresenta il nostro lavoro, ma anche l’intera città».
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Corriere Adriatico