PORTO RECANATI - Insegnante violentata e picchiata dal marito. L’uomo è stato condannato a sei anni e sei mesi di reclusione, a pena espiata dovrà lasciare...
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Le violenze sarebbero iniziate a settembre del 2015 e sarebbero proseguite fino ad aprile del 2016, in sette mesi il marito avrebbe preso e danneggiato il computer, i documenti di lavoro e il cellulare della moglie per impedirle di portare a termine la propria attività. Avrebbe anche distrutto il cibo comprato dalla coniuge solamente per costringerla a ricomprarlo. Ma non solo. Il 40enne avrebbe minacciato più volte la moglie sia di fare scenate nella scuola dove lei lavorava sia di portarle via i figli. Poi era andato ancora oltre avvertendola che l’avrebbe violentata davanti ai figli se non si fosse concessa e, con questa minaccia, l’avrebbe costretta a subire un rapporto sessuale. Ma l’uomo aveva terrorizzato la coniuge anche con minacce di morte. «Ti faccio qualcosa di brutto» le avrebbe detto se non gli avesse dato dei soldi, tanto da costringerla, un giorno, ad allontanarsi da scuola per consegnargli il denaro. «Ti ammazzo, ti do una coltellata, ti butterò l’acido», le avrebbe gridato in diverse occasioni arrivando a puntarle un coltello da cucina. Dopo le denunce della donna il Tribunale dei minori di Ancona aveva dichiarato l’uomo decaduto dall’esercizio della responsabilità genitoriale, ma a marzo del 2016, lui aveva preso il figlio di nove anni che, insieme ai fratelli, era stato affidato in via esclusiva alla mamma, e l’aveva portato via. L’imputato era accusato di aver distrutto alcuni dei mobili presenti nell’abitazione di famiglia sottoposta a sequestro disposto nel corso del procedimento penale e affidata alla coniuge, portando via anche la caldaia. Quest’accusa è caduta dopo che la donna ha ritirato la querela.
Ieri mattina il Pm Rosanna Buccini ha chiesto la condanna dell’imputato a 5 anni e 6 mesi per maltrattamenti, violenza sessuale e sottrazione di minore. Il difensore, l’avvocato Luca Belardinelli, aveva invece chiesto l’assoluzione da tutti i capi di accusa ritenendo strumentali le denunce sporte dalla persona offesa. I giudici hanno condannato l’imputato a sei anni e mezzo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico