Gente in fila in attesa al poliambulatorio: «Si va dal medico per curarsi e non per ammalarsi»

La palazzina del distretto sanitario in piazza del Borgo dove sono concentrati diversi ambulatori
PORTO RECANATI  - «Si va dal medico per curarsi e non per ammalarsi». È dura la posizione di Porto Recanati a Cuore, rappresentata da Alessandro Rovazzani,...

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PORTO RECANATI  - «Si va dal medico per curarsi e non per ammalarsi». È dura la posizione di Porto Recanati a Cuore, rappresentata da Alessandro Rovazzani, in merito al Poliambulatorio di piazza del Borgo. Ad indignare il gruppo è «l’affollamento dei pazienti nella sala d’attesa» che suo parere dovrebbe essere gestito in maniera diversa. 

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«Durante gli orari di apertura degli ambulatori - scrive in una nota - , la sala d’attesa del primo piano del palazzo si affolla di gente che permane anche diverse ore in attesa di recarsi dal proprio medico o che sosta temporaneamente in attesa del ritiro di una ricetta. Quando la sala è piena, capita anche che le persone sostino nel pianerottolo adiacente. L’afflusso è notevolmente aumentato negli ultimi giorni, da quando i medici di famiglia si occupano anche di somministrare i vaccini a domicilio e devono assentarsi per somministrarli». Ciò che Porto Recanati a Cuore evidenzia è «il grave assembramento di persone, tra cui anziani, bambini e persone malate, con grosso rischio di contagio. Aprire le portefinestre non è sufficiente - dice - per il ricambio d’aria e durante le giornate fredde è chiaro che non sia facile tenerle aperte per troppo tempo».

L’appello del gruppo di Rovazzani, consapevole che la gestione di queste strutture sia dell’Asur, è comunque rivolto al sindaco Roberto Mozzicafreddo. «In un momento in cui lo scopo è diminuire il più possibile il numero di contagi - scrive - , in un Comune dove sono state fatte sanzioni ad invalidi che prendevano in solitaria un caffè al bar; dove sono stati invitati alcuni negozi alla chiusura e ci si lamenta spesso di troppa gente a spasso la domenica all’aria aperta, ci sembra davvero un controsenso. Il sindaco è la massima autorità competente in maniera sanitaria a livello comunale e a capo del servizio di vigilanza. Sarebbe tenuto - sottolineano con una serie di domande - ad evidenziare problematiche di questo genere a chi di competenza, interessandosi della salute della sua collettività». 

Porto Recanati a cuore propone anche le possibili soluzioni: «Proponiamo di valutare l’installazione di un apparato elettronico che rilascia numeri di attesa o assegnare il compito di “portineria” ad una persona. Nel locale, già in origine, era stata inserita una “guardiola” all’ingresso, ancora presente, che sicuramente aveva quello scopo. In alternativa si potrebbe attivare un sistema di prenotazione o appuntamenti. Attualmente - prosegue il gruppo - molta gente è senza lavoro o prende il reddito di cittadinanza e sta aspettando il reinserimento nel mondo occupazionale: crediamo che sarebbe ben contenta di mettersi di nuovo all’opera e di farlo al servizio della comunità. Invitiamo il sindaco ad interessarsi della questione e a sollecitare chi di competenza».

 

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Corriere Adriatico