Porto Recanati, evasione fiscale da più di 5 milioni nella compravendita delle moto. Il “prestanome” era un nullatenente dell'Hotel House

PORTO RECANATI - Il motociclista, il prestanome dell'Hotel House, le imprese compiacenti, una compravendita di moto fuoristrada sul web ed un'evasione fiscale dell'Iva...

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PORTO RECANATI - Il motociclista, il prestanome dell'Hotel House, le imprese compiacenti, una compravendita di moto fuoristrada sul web ed un'evasione fiscale dell'Iva da più di 5 milioni di euro: sono i contorni dell'operazione della Finanza di Porto Recanati che ha portato alla denuncia di 3 persone per reati fiscali, mentre nei confronti di altri 8 soggetti sono state contestate violazioni amministrative inerenti la normativa sull’uso del contante. Sequestrati anche contanti per quasi 60mila euro, imbustati e nascosti. 

 

Ad essere coinvolti nelle indagini sono stati un imprenditore nullatenente di origini senegalesi, già residente nel condominio multietnico denominato “Hotel House” e con precedenti di polizia nel settore della contraffazione di capi di abbigliamento, ed un giovane motociclista italiano, residente nella provincia di Ancona.

La crescita esponenziale del giro d’affari dell’imprenditore, sviluppata attraverso operazioni commerciali compiute in diversi paesi d'Europa (Belgio, Spagna, Germania, Olanda, Inghilterra, San Marino) e in Italia, promosse e pubblicizzate anche attraverso siti internet e profili Facebook e Instagram, l’assenza totale di dichiarazioni fiscali nonché la mancanza dei minimi requisiti imprenditoriali palesati dal titolare, hanno indotto gli investigatori a ritenere che l’attività commerciale fosse svolta, di fatto, da persona diversa dal senegalese che è risultato essere soggetto “interposto”, operante in qualità di mero prestanome.

Gli approfondimenti investigativi hanno permesso di localizzare l’effettiva base operativa e logistica, consistente in una unità locale adibita a magazzino e ufficio, non dichiarata all’Erario, situata nella campagna anconetana e gestita dal predetto motociclista. Le perquisizioni hanno permesso di acquisire elementi probatori comprovanti la sua effettiva titolarità dell’attività d’impresa e di individuarlo come l’ideatore della frode fiscale perpetrata attraverso l’interposizione fittizia di due imprese compiacenti.

Il sistema evasivo consisteva nell’utilizzo della partita IVA del senegalese e di un’altra impresa anconetana per acquistare moto e pezzi di ricambio da fornitori comunitari, che venivano poi rivenduti a privati e a imprese nazionali con prezzi particolarmente vantaggiosi in quanto l’IVA, indicata nelle fatture emesse, non veniva versata all’Erario ma costituiva il provento per l’imprenditore occulto. 

Le attività ispettive hanno permesso di quantificare i ricavi non dichiarati in poco oltre € 10.150.000 e l’IVA evasa in € 5.170.000. Inoltre sono state denunciate 3 persone per reati fiscali, mentre nei confronti di altri 8 soggetti sono state contestate violazioni amministrative inerenti la normativa sull’uso del contante per aver trasferito somme superiori alle soglie consentite per complessivi € 110.000. Nel corso delle perquisizioni, eseguite anche con l’impiego di una unità cinofila, “Cash dog”, è stata anche sequestrata la somma complessiva di € 56.905 in contanti, composta da banconote di vario taglio, divise in mazzette incellofanate abilmente nascoste presso l’abitazione del motociclista anconetano.

 

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Corriere Adriatico