Incendio Rimel, nuovo rapporto Ast: «Contaminate da diossina 2 uova su 4»

POLLENZA - «La valutazione d’insieme, considerati anche i risultati analitici degli ultimi monitoraggi ambientali effettuati sui terreni che hanno dato valori entro la...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

POLLENZA - «La valutazione d’insieme, considerati anche i risultati analitici degli ultimi monitoraggi ambientali effettuati sui terreni che hanno dato valori entro la norma, depone per una situazione di contaminazione ambientale puntiforme non generalizzata». Il secondo giro di controlli effettuato dall’Ast su quattro siti di produzione di uova ricadenti nel raggio di un chilometro dalla Rimel, l’azienda di smaltimento rifiuti elettronici andata a fuoco lo scorso 5 dicembre, non rassicura di certo.

 

Se tre dei quattro campioni che erano stati selezionati il 9 gennaio scorso erano risultati contaminati da diossine, stavolta la situazione è appena migliorata (e infatti l’Ast stavolta non ha consigliato di non utilizzare le uova), ma non può far certo dormire sonni tranquilli, perché le nuove analisi dell’Azienda sanitaria territoriale hanno rilevato valori non conformi alla legge in due campioni di uova su quattro. A pubblicare i dati, che fanno riferimento a prelievi effettuati il 23 gennaio, è stato ieri il Comune di Pollenza e di sicuro la situazione non può far dormire sonni tranquilli. «Alla luce di quanto sopra, si consiglia il rispetto delle corrette pratiche di allevamento, quali evitare l’accensione di fuochi in prossimità dei luoghi in cui gli animali vivono e vengono detenuti e di alimentare gli stessi con mangimi sicuri, riducendo il più possibile l’ingestione di terra», aggiunge l’Ast nel suo report, che si lega a quello che invece ha portato avanti l’Arpam. L’agenzia, a sua volta, ha effettuato delle analisi integrative sui terreni, non rilevando problematiche particolari a Casette Verdini ma confermando invece una situazione di alta concentrazione di diossine in un terreno in territorio di Tolentino.

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico