POLLENZA - «La valutazione d’insieme, considerati anche i risultati analitici degli ultimi monitoraggi ambientali effettuati sui terreni che hanno dato valori entro la norma, depone per una situazione di contaminazione ambientale puntiforme non generalizzata». Il secondo giro di controlli effettuato dall’Ast su quattro siti di produzione di uova ricadenti nel raggio di un chilometro dalla Rimel, l’azienda di smaltimento rifiuti elettronici andata a fuoco lo scorso 5 dicembre, non rassicura di certo.
Se tre dei quattro campioni che erano stati selezionati il 9 gennaio scorso erano risultati contaminati da diossine, stavolta la situazione è appena migliorata (e infatti l’Ast stavolta non ha consigliato di non utilizzare le uova), ma non può far certo dormire sonni tranquilli, perché le nuove analisi dell’Azienda sanitaria territoriale hanno rilevato valori non conformi alla legge in due campioni di uova su quattro.
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