Pollenza, le guru non ci stanno «I soldi servivano per pregare»

L'avvocato Paolo Carnevali
POLLENZA - «Nessuna truffa, i soldi erano stati consegnati dall’anziana per pregarci sopra». Si difendono così le due pollentine di 63 e 56 anni...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
POLLENZA - «Nessuna truffa, i soldi erano stati consegnati dall’anziana per pregarci sopra». Si difendono così le due pollentine di 63 e 56 anni denunciate per truffa aggravata. Per gli inquirenti entrambe, in concorso, avrebbero raggirato una settantenne chiedendole 130 mila euro in cambio di preghiere che avrebbero fatto stare in salute e felicità lei e i suoi familiari. Tutta un’altra storia è quella raccontata dalle due “guide spirituali” tramite il loro legale, l’avvocato Paolo Carnevali (foto). 

«Le mie clienti sono due casalinghe molto religiose - ha sottolineato l’avvocato - e frequentano vari gruppi di preghiera». In uno di questi gruppi avrebbero conosciuto la settantenne e sarebbe stata proprio quest’ultima, secondo il legale, a chiedere a una delle due di pregare prima per lei, poi per le figlie e poi ancora per altri familiari. L’ottica della preghiera sarebbe dunque una sola: «I sacrifici del tuo lavoro, della tua vita quotidiana - ha spiegato il legale - devi metterli a disposizione perché non devi essere avaro. I soldi della persona che voleva ricevere le preghiere venivano affidati solo per quello scopo, poi una volta finito il ciclo di preghiere sarebbero stati restituiti. Comunque la mia cliente aveva proposto anche di farle una ricevuta ma la denunciante ha rifiutato». Per questo motivo i soldi non dovevano essere prestati da terze persone, altrimenti le preghiere non avrebbero fatto effetto.

L’anziana avrebbe quindi chiesto da dicembre al 15 luglio scorso varie preghiere portando di volta in volta i soldi, prima i suoi, poi quelli dei parenti. Le due donne, regolarmente mettevano la somma intera (alla fine erano arrivate a 130 mila euro) in borsa, andavano in chiesa e pregavano sui soldi. Quando i parenti dell’anziana hanno iniziato a sospettare, hanno denunciato le polentine. I carabinieri quando hanno chiesto la restituzione dei soldi non hanno avuto difficoltà, dal momento che le donne non avevano speso né nascosto neppure un centesimo. L’unica richiesta era stata di riconsegnare in due tranche i soldi perché per una parte dovevano finire il ciclo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico