POLLENZA - «Nessuna truffa, i soldi erano stati consegnati dall’anziana per pregarci sopra». Si difendono così le due pollentine di 63 e 56 anni...
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«Le mie clienti sono due casalinghe molto religiose - ha sottolineato l’avvocato - e frequentano vari gruppi di preghiera». In uno di questi gruppi avrebbero conosciuto la settantenne e sarebbe stata proprio quest’ultima, secondo il legale, a chiedere a una delle due di pregare prima per lei, poi per le figlie e poi ancora per altri familiari. L’ottica della preghiera sarebbe dunque una sola: «I sacrifici del tuo lavoro, della tua vita quotidiana - ha spiegato il legale - devi metterli a disposizione perché non devi essere avaro. I soldi della persona che voleva ricevere le preghiere venivano affidati solo per quello scopo, poi una volta finito il ciclo di preghiere sarebbero stati restituiti. Comunque la mia cliente aveva proposto anche di farle una ricevuta ma la denunciante ha rifiutato». Per questo motivo i soldi non dovevano essere prestati da terze persone, altrimenti le preghiere non avrebbero fatto effetto.
L’anziana avrebbe quindi chiesto da dicembre al 15 luglio scorso varie preghiere portando di volta in volta i soldi, prima i suoi, poi quelli dei parenti. Le due donne, regolarmente mettevano la somma intera (alla fine erano arrivate a 130 mila euro) in borsa, andavano in chiesa e pregavano sui soldi. Quando i parenti dell’anziana hanno iniziato a sospettare, hanno denunciato le polentine. I carabinieri quando hanno chiesto la restituzione dei soldi non hanno avuto difficoltà, dal momento che le donne non avevano speso né nascosto neppure un centesimo. L’unica richiesta era stata di riconsegnare in due tranche i soldi perché per una parte dovevano finire il ciclo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico