MACERATA - Contaminato il terreno, inquinate le falde acquifere. Scatta l’allarme per una parte dell’area alla Pieve, di proprietà del Comune di Macerata, messa...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L’Asur ha fatto, e fatto ripetere, i controlli ed ora la Provincia, competente per materia, ha chiesto all’Arpa Marche di verificare con urgenza la situazione e al Comune di mettere a disposizione le informazioni, anche storiche, sull’area e di conoscere i proprietari dei terreni adiacenti e le destinazioni d’uso delle aree. A leggere quali sono le sostanze inquinanti nel terreno sorge più di una preoccupazione.
L’Asur dice che, a due metri dal piano campagna, sono emersi dati al di sopra delle concentrazioni consentite per “piombo, rame, selenio, stagno, tallio, zinco, idrocarburi pesanti, pcdd e pcdf (diossine) come somma (I-teq)” e ove non bastasse altri inquinanti sono emersi dalle analisi delle acque di falda.
L’Asur ha trasmesso i dati lo scorso 12 aprile e il 24 scorso la Provincia ha attivato il procedimento per l’accertamento del responsabile dell’inquinamento e la bonifica del sito. L’avvio del procedimento è stato pubblicato dalla Provincia sul sito istituzionale e la notizia sta suscitando un mare di polemiche ad iniziare dalla posizione del Comune finora silente su una questione non di piccola portata. Se si tratta di un’area isolata, e tale da non destare ulteriori sospetti stante la posizione, il Comune comunque doveva intervenire per chiarire subito la situazione. Avrebbe dovuto comunque farlo stante che ha indicato quell’area - che pure l’amministrazione storicamente ben conosce - per realizzare una struttura sanitaria di assoluto rilievo. Ora la giunta regionale - che nulla c’entra con l’area indicata dal Comune - sembra voler minimizzare evidenziando che si tratta di un’area minimale destinata a parcheggio ma subito è partita l’offensiva.
A Macerata gli abitanti chiedono chiarezza sulla situazione dell’area in relazione ad eventuali rischi. A Civitanova e nei dintorni gli amministratori sono già intervenuti per chiedere di individuare Montecosaro come sede del nuovo ospedale e subito c’è chi ha replicato ricordando i pozzi all’atrazina. Gli amministratori sono presi dal gran ballo del nuovo ospedale. Poi se nei terreni c’è la diossina o l’atrazina poco importa, magari ci si sveglia a distanza di trenta anni e si esprime meraviglia quando arrivano i risultati delle analisi e si parte alla caccia del “responsabile”. Che è sempre il contribuente che paga le tasse. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico