PORTO RECANATI - Blitz all’alba dei carabinieri: sgominato il sodalizio dello spaccio al River Village. Oltre seicento episodi di cessioni di droga. Per l’accusa, in...
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Ieri mattina alle prime luci dell’alba i carabinieri della Compagnia di Civitanova, guidata dal capitano Massimo Amicucci, insieme ai colleghi del Nucleo cinofili di Pesaro, hanno eseguito l’ordinanza di misura cautelare personale emessa lo scorso 3 giugno dal giudice per le indagini preliminari di Macerata, Domenico Potetti, nei confronti dei quattro, tutti già noti ai militari e tutti residenti a Porto Recanati, ritenuti responsabili, in concorso, del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Il provvedimento nasce da articolate indagini condotte dai carabinieri della locale stazione, guidata dal luogotenente Giuseppino Carbonari, su un giro di spaccio compiuto nel complesso residenziale River Village. Tra maggio e dicembre dello scorso anno, attraverso specifici servizi di osservazione, i militari hanno documentato plurime cessioni di stupefacenti. In totale oltre 600 episodi di spaccio di eroina, cocaina ed hashish che hanno portato il sostituto procuratore Enrico Riccioni – titolare del fascicolo – a richiedere l’applicazione di una misura cautelare nei confronti di tutti e quattro per impedire che potessero continuare a spacciare all’interno del River Village. Tra i clienti sia uomini che donne, quasi tutti italiani, uno di loro avrebbe acquistato nell’arco di un anno fino a 60 dosi. Il materiale probatorio raccolto dai militari, insieme al livello di pericolosità sociale degli indagati e la loro qualificata attitudine allo spaccio, ha convinto il giudice Potetti a disporre la misura della custodia cautelare in carcere a carico di Messina e Khemaies, il macedone “Benito” è stato posto ai domiciliari con il braccialetto elettronico e divieto di allontanamento. Infine ad Aissaoui è stato imposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria tutti i giorni. Tre di loro, Messina Krasnichi e Aissaoui vivono al River Village.
Ieri mattina contestualmente all’esecuzione delle misure personali, i militari hanno anche perquisito le abitazioni degli indagati e hanno sequestrato numerosi telefoni cellulari, appunti e materiale ritenuto di dubbia provenienza, posto al vaglio degli inquirenti per i necessari successivi accertamenti. I quattro sono difesi dagli avvocati Sante Monti, Alessandro Brandoni, Aldo Rino Sichetti e Vando Scheggia. Nei loro confronti il gip dovrà disporre nei prossimi giorni l’interrogatorio di garanzia. In quell’occasione potranno decidere se rispondere alle domande del giudice oppure avvalersi della facoltà di non rispondere. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico