Rapina da film, il racconto choc del cassiere: «Sono sconvolto, ho perso venti anni di vita»

Francesco Dell'Erba
PIEVE TORINA - Francesco Dell’Erba, il cassiere della rapina choc alla filiale Ubi Banca di Pieve Torina, è tornato a casa dopo essere stato dimesso...

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PIEVE TORINA - Francesco Dell’Erba, il cassiere della rapina choc alla filiale Ubi Banca di Pieve Torina, è tornato a casa dopo essere stato dimesso dall’ospedale.

Come si sente?
«Sono sconvolto, ho perso 20 anni di vita. Ho vissuto un incubo».
Ha ancora paura?
«Sì, sono terrorizzato, perché i malviventi sapevano dove abito, si sono presentati sotto casa mia e mi hanno sequestrato. Temo anche per la mia famiglia».
Come sono riusciti a salire con lei nell’auto?
«Uno di banditi mi ha bloccato da dietro, puntandomi una pistola e ha detto: “Sali in macchina”. Non so se l’arma fosse vera o giocattolo, ma le assicuro che è stata un’esperienza terribile».
Erano italiani o stranieri?
«Non lo so, non sono riuscito a riconoscere accenti particolari. E poi ho ricordi confusi a causa dello choc, sto ancora prendendo i farmaci per superare l’accaduto».
Indossavano il passamontagna?
«Avevano il volto coperto».
Una volta arrivati in banca cosa è successo?
«Mi hanno minacciato, loro si sono nascosti e ho dovuto fare finta di nulla. Sono anche entrati alcuni clienti, ho cercato di comportarmi normalmente. Ma loro si sono sicuramente accorti che non ero il Francesco di sempre».
E il candelotto sotto la sedia?
«Proprio per assicurarsi che non mi fossi mosso, i rapinatori mi hanno messo qualcosa sotto la sedia, dicendo appunto che si trattava di un candelotto che mi avrebbe potuto far saltare in aria. Alla fine si è rivelato finto, ma avevo il cuore a mille».
Un grosso rischio per i rapinatori la presenza dei clienti.
«Proprio per agire con più tranquillità hanno voluto affiggere un foglio per annunciare che i terminali non erano funzionanti».
Hanno usato violenza?
«Mi hanno legato con dello scotch nero e poi sono fuggiti. Ma non ho subito alcuna aggressione, anche se ho accusato un malore a causa dello choc».
I carabinieri l’hanno già sentita?
«Hanno ascoltato a lungo la mia testimonianza, ed è normale. Stanno cercando particolari per risalire ai banditi».
È la prima volta che subisce una rapina?

«Era successo 6-7 anni fa, quando lavoravo alla filiale di San Severino. Un rapinatore solitario tentò un colpo lampo, ma se ne andò a mani vuote. Imparagonabile con quanto mi è capitato venerdì». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico