Pusher nigeriano condannato a 5 anni, l'indagine partita dopo la denuncia di una mamma-coraggio

Il procuratore Giorgio e il colonnello Roberti
MACERATA - Fu arrestato grazie alla segnalazione di una mamma-coraggio, condannato a cinque anni di reclusione il pusher Aaron Eremeuno. Il nigeriano di 23 anni dovrà...

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MACERATA - Fu arrestato grazie alla segnalazione di una mamma-coraggio, condannato a cinque anni di reclusione il pusher Aaron Eremeuno. Il nigeriano di 23 anni dovrà pagare 20.000 euro di multa. Si è chiuso ieri il processo a carico di Eremeuno, il pusher che, quando sentì il fiato sul collo dei carabinieri guidati dal colonnello Michele Roberti, fuggì in Germania. Da lì, però, grazie a un mandato di arresto europeo spiccato dal procuratore capo Giovanni Giorgio, fu preso ed estradato in Italia. Ieri i giudici del collegio, presieduto da Daniela Bellesi, lo hanno condannato a cinque anni di reclusione, come chiesto nella scorsa udienza dal pubblico ministero Margherita Brunelli. Una volta depositate le motivazioni l’avvocato Paolo Sfrappini potrà valutare la possibilità di ricorrere in Appello.


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Le accuse mosse a Eremeuno sono di aver spacciato molteplici quantitativi di eroina e marijuana a tossicodipendenti a Macerata, Civitanova e anche Porto sant’Elpidio. La mamma di uno dei ragazzi finiti nel tunnel dell’eroina aveva deciso di non restare a guardare, aveva scritto una lettera anonima ai carabinieri indicando un numero di telefono che ricorreva spesso tra quelli chiamati dal figlio. È stata quella lettera a dare il là alle indagini. Dagli accertamenti emerse che Eremeuno conosceva anche Innocent Oseghale (condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Pamela Mastropietro). Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico