Depositata la perizia preliminare: «Rosina morta per asfissia». C'è la pista dello strangolamento

Rosina Carsetti
MONTECASSIANO - È stata depositata ieri mattina la relazione preliminare del medico legale Roberto Scendoni che il 26 dicembre scorso ha effettuato l’autopsia sul...

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MONTECASSIANO - È stata depositata ieri mattina la relazione preliminare del medico legale Roberto Scendoni che il 26 dicembre scorso ha effettuato l’autopsia sul corpo di Rosina Carsetti. A richiedere un’anticipazione su quella che sarà la relazione conclusiva era stato il procuratore capo Giovanni Giorgio. Nel documento il consulente ha messo nero su bianco quanto già riferito subito dopo aver effettuato l’accertamento autoptico, ovvero che la causa della morte è l’asfissia, e che quindi Rosina è morta per soffocamento. In cinque pagine di resoconto il medico legale ha poi aggiunto altri particolari in merito alle condizioni del cadavere e all’orario della morte. 

 

 
Quest’ultimo andrebbe individuato in un range che va dalle quattro ore e mezza alle sei ore e mezza prima del suo intervento sul posto la sera del 24 dicembre avvenuto alle 23 (quindi tra le 16.30 e le 18.30). Per quanto riguarda i segni sul corpo, invece, il medico legale ha parlato di lesioni al torace da schiacciamento, segni sul collo e segni leggeri sul viso, nello specifico sopra al labbro vicino al naso, riconducendo le lesioni al torace e al collo all’asfissia. «Sembra quasi – ha commentato l’avvocato Andrea Netti – che lui ritenga che lo schiacciamento toracico abbia concorso a togliere il fiato alla donna. Questo è quello che dice lui, le mie valutazioni le farò insieme alla dottoressa Francesca Tombesi, quando avremo tutti gli elementi chiari sul tavolo. Quello che ho dovuto precisare oggi è che non c’è un rigo sulla relazione in cui si parla di lesioni, percosse o che la donna sia stata picchiata a morte, non aveva lividi sul corpo. Anche i sanitari del 118 che sono intervenuti la sera della vigilia di Natale nel loro referto hanno scritto che non c’erano lividi o segni particolari sul corpo, una donna pestata pesantemente avrebbe riportato lesioni evidenti sul corpo e Rosina non ne aveva. Ci sono altri elementi che mancano prima di poter fare valutazioni, dai risultati delle analisi sui campioni prelevati nel corso dell’autopsia». In merito ai segni sul viso e sul collo potrebbero essere compatibili con una mano che ha premuto sul viso e una sul collo, mentre in merito alle lesioni interne, ovvero le costole fratturate da un’azione di schiacciamento come scrive il medico legale, l’avvocato Netti non esclude che possano essere una conseguenza dell’azione di rianimazione effettuata dagli operatori del 118 quando sono arrivati sul posto. «Non prendo posizione - prosegue il legale -, ci sono aspetti da valutare, come appunto l’attività di rianimazione compiuta, arriveremo alle nostre conclusioni più avanti». Intanto sulle voci circolate ieri in merito a un presunto pestaggio subito da Rosina prima di morire soffocata ha messo una pietra tombale lo stesso procuratore Giorgio che ha parlato di «notizie destituite di ogni fondamento».
Le risultanze preliminari emerse dal documento depositato dal medico legale si presterebbero ad essere compatibili dunque sia con l’ipotesi accusatoria formulata dalla procura (ovvero di un omicidio maturato all’interno delle mura domestiche, tra le varie ipotesi c’è quella dello strangolamento) sia con quanto detto dagli indagati, la figlia della vittima Arianna Orazi, il nipote Enea Simonetti e il marito Enrico Orazi (del ladro entrato in casa passando dalla portafinestra della cucina). Un apporto importante alle indagini potrà arrivare dalle risultanze degli altri accertamenti in corso da pare degli inquirenti. 


I carabinieri del Ris di Roma infatti stanno analizzando i campioni biologici prelevati da sotto le unghie di Rosina, se la 78enne ha provato a difendersi dal suo assassino il tardo pomeriggio della vigilia, potrebbe aver conservato sotto le unghie Dna o tracce riconducibili al killer. Così come rilevanti al fine di ricostruire sia l’accaduto sia il contesto in cui è avvenuto il delitto, potranno essere i dati che l’analista forense Luca Russo troverà sui telefoni cellulari, sui tablet e sul computer sequestrati agli indagati. Da lì infatti potrebbero emergere file, messaggi o altro o a favore o a sfavore dei familiari di Rosina.

 

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Corriere Adriatico