Lo convince a vendere casa a suo figlio, imprenditore condannato per truffa

Il Tribunale di Macerata
MONTECASSIANO - Tra la paura di possibili cartelle esattoriali da Equitalia e quella per le lettere ricevute dall’avvocato della moglie, aveva appeso un cartello...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

MONTECASSIANO - Tra la paura di possibili cartelle esattoriali da Equitalia e quella per le lettere ricevute dall’avvocato della moglie, aveva appeso un cartello all’ingresso di casa con su scritto: “Non abito più qui. Mi sono trasferito a Macerata” e aveva venduto la proprietà dell’immobile ma, a suo dire senza ottenere neppure un centesimo. 

 

 

Ieri l’imputato, un imprenditore montecassianese di 65 anni, padre dell’acquirente dell’immobile, è stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione per truffa. Secondo l’accusa, ieri sostenuta in aula dal pm Stefano Lanari - il fascicolo invece è del sostituto procuratore Luigi Ortenzi -, l’imputato avrebbe approfittato dello stato d’agitazione della persona offesa e persuadendolo dell’imminente arrivo di una cartella esattoriale di Equitalia, lo avrebbe indotto a vendere la casa al figlio senza pagare un centesimo e convincendolo ad appendere un cartello fuori casa con scritto “Non abito più qui. Mi sono trasferito a Macerata”, a non aprire la porta a nessuno e a vivere con le persiane chiuse. La vicenda risale ad aprile del 2015. Ieri il pubblico ministero Lanari ha chiesto e ottenuto dal giudice Francesca Preziosi la condanna dell’imputato a un anno e quattro mesi.

Diversa era stata la versione della difesa sostenuta dall’avvocato Nicola Piccinini: l’imputato ha sostenuto che era creditore di circa 100mila euro e per riprendersi i soldi che gli aveva prestato i due si erano accordati per intestare casa al figlio del creditore. Casa tra l’altro che era stata venduta, con atto di un notaio di Macerata, al prezzo di 65mila euro. Dopo la vendita, però, ritenendo che il prezzo pattuito fosse inferiore alla metà del valore dell’immobile (stimato sui 180mila euro), l’ormai ex proprietario aveva intentato una causa civile per chiedere la rescindibilità del contratto per lesione. Il procedimento civile è in corso. Una volta depositate le motivazioni l’imputato, tramite il proprio legale potrà impugnare la sentenza.
 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico