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MONTE SAN MARTINO - E’ scomparso ieri, all’età di 83 anni, circondato dall’affetto della sua famiglia, Mauro Virgili, grandissimo personaggio pubblico e politico della provincia di Macerata. Esponente di rilievo della Dc, consigliere provinciale dal 1970 all’80, poi sindaco di Monte San Martino nel ventennio successivo, è stato sempre in prima linea nella promozione della comunità montana maceratese.
Una vita di passione e attaccamento al territorio, la sua, vissuta nella consapevolezza di poter spendere con arguzia e intelligenza le sue possibilità. I funerali si terranno oggi alle ore 15 nella chiesa di Sant’Agostino nella sua Monte San Martino. «Non poteva morire in quel freddo inverno del ‘39 quando, poco più che neonato, fu infilato nel forno di un panificio per essere ridestato dall’assideramento - lo ricorda in un lungo post su Facebook il figlio Leonardo -.
Mauro Virgili partì da zero, poteva contare solo sulla sua intelligenza. Primo di tre fratelli fondò con loro l’azienda di famiglia che darà ricchezza e benessere a tre generazioni. Sua l’idea anche della cooperativa del Tornello per la coltivazione del baco da seta con tanto di filanda: arrivò l’ambasciatore cinese a copiare il modello industriale di Monte San Martino.
La scintilla scoccò per la politica che divenne la sua passione, lo strumento con cui poteva realizzare le sue intuizioni e, come ricorda il figlio Leonardo «fare del bene al suo prossimo». Ne ha fatta tanta di strada Virgili «un esempio per tutti coloro che cercano alibi e giustificazioni dei propri insuccessi nelle condizioni di svantaggio alla partenza». Tantissimi gli aneddoti legati al suo nome: una volta ospitò il presidente Gaston Thorn a Monte San Martino per chiedere fondi per la metanizzazione, da Tolentino fino al paese più sperduto; un’altra volta fu accolto dal parlamento ucraino con tutti i parlamentari in piedi ad applaudirlo. Aveva stretto rapporti informali con grandi personalità come con il principe Carlo d’Inghilterra che negli anni ‘80 passò per Monte San Martino, come col suo Papa, Giovanni Paolo II, fino alla recente telefonata dal Quirinale «che gli ha restituito tutta la gratitudine eventualmente mancante per le opere di bene perpetuate». Lascia la moglie Maria Pia, i figli Leonardo, Severo e Alessandro e sei nipoti Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico