MACERATA - Più volte non è riuscita a trattenere le lacrime mentre ricordava in aula le presunte violenze subite. In due occasioni ha chiesto una breve pausa prima...
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Si era iscritta alla facoltà di Scienze politiche dell’Università di Perugia (dove si laureerà a luglio, Ndr), il medico intanto le aveva fatto ottenere un permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato ma in cambio avrebbe preteso «che mi presentassi il giovedì sera in una casa che aveva a Macerata – ha detto ieri –, mi faceva trovare un foglietto con i lavori domestici da fare, per poi ripartire per Perugia la domenica sera». Lì doveva attenderlo nuda e quando lui avrebbe iniziato ad abusare di lei alzava il volume della televisione per coprire le urla. La giovane ha raccontato anche altre violenze: legata ai polsi con dei cinturini, una pallina spinta a forza in bocca per impedirle di urlare veniva colpita sul corpo con un frustino nero. Il prossimo 23 ottobre saranno sentiti altri testimoni. Il medico difeso dall’avvocato Stefano Gregorio respinge ogni addebito. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico