Macerata, racconto choc di una studentessa «Violentata e sequestrata da un medico»

Il Tribunale
MACERATA - Più volte non è riuscita a trattenere le lacrime mentre ricordava in aula le presunte violenze subite. In due occasioni ha chiesto una breve pausa prima...

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MACERATA - Più volte non è riuscita a trattenere le lacrime mentre ricordava in aula le presunte violenze subite. In due occasioni ha chiesto una breve pausa prima di riprendere il racconto. È durata circa tre ore la deposizione di una giovane studentessa di origine ugandese davanti ai giudici in composizione collegiale e al pubblico ministero Claudio Rastrelli. La studentessa universitaria è parte civile con l’avvocato Giuseppe Caforio nel processo a carico di un noto medico anconetano accusato di violenza sessuale e sequestro di persona. La giovane ha confermato tutte le accuse, raccontando come aveva conosciuto il medico – molto più grande di lei – e quali erano stati i loro rapporti. I due si erano conosciuti in Uganda dove il professionista si era recato per motivi professionali e, con la promessa di farle continuare gli studi in Italia e di aiutarla a costruirsi un futuro con più possibilità, l’aveva portata con sé. Tra i due era nata una relazione sentimentale, ha chiarito in aula la giovane. 

Si era iscritta alla facoltà di Scienze politiche dell’Università di Perugia (dove si laureerà a luglio, Ndr), il medico intanto le aveva fatto ottenere un permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato ma in cambio avrebbe preteso «che mi presentassi il giovedì sera in una casa che aveva a Macerata – ha detto ieri –, mi faceva trovare un foglietto con i lavori domestici da fare, per poi ripartire per Perugia la domenica sera». Lì doveva attenderlo nuda e quando lui avrebbe iniziato ad abusare di lei alzava il volume della televisione per coprire le urla. La giovane ha raccontato anche altre violenze: legata ai polsi con dei cinturini, una pallina spinta a forza in bocca per impedirle di urlare veniva colpita sul corpo con un frustino nero. Il prossimo 23 ottobre saranno sentiti altri testimoni. Il medico difeso dall’avvocato Stefano Gregorio respinge ogni addebito.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico