La strada in salita di tante aziende: «Calzaturiero, manca manodopera. Le orlatrici introvabili nel distretto»

La strada in salita di tante aziende: «Calzaturiero, manca manodopera. Le orlatrici introvabili nel distretto»
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MACERATA  - Lo sviluppo delle aziende calzaturiere frenato dalla mancanza di personale. Oggi, la carenza di personale, dall’operaio base a figure più qualificate, è il problema numero uno che le imprese stanno affrontando, almeno quelle che hanno prospettive di sviluppo. 

 


«Abbiamo molto lavoro e qualche settimana fa stavo pensando a come poter ampliare l’attività e la sede, anche costruendone una nuova ma poi ho fatto dietrofront perché è diventato difficilissimo trovare manodopera. E tra le considerazioni estreme che sto facendo ora c’è anche quella esattamente opposta: ridurre il personale e affidarmi alla rete dei terzisti» afferma Tonino Ciannavei, Ceo di Franco Romagnoli, azienda con sede a Morrovalle con circa 40 dipendenti e specializzata nella produzione di scarpe per bambino. 


Stessa problematica che sta incontrando Snd, impresa di Civitanova Marche con 23 dipendenti e specializzata nel sourcing calzaturiero. Snd (acronimo di search and design) affianca i brand nell’ideare, sviluppare e produrre progetti di calzature. «Da qualche tempo abbiamo un limite che frena la nostra crescita: il personale. Da settembre 2021 stiamo cercando un’orlatrice ma anche un progettista 3D, chi si occupa dello stato di avanzamento dell’ordine e altri ruoli manageriali che non riusciamo a reperire anche perché non c’è l’adeguata formazione» affermo Diego Malvestiti, ceo dell’azienda. Cercare un’orlatrice è peggio che scovare un ago in un pagliaio: è da anni un ruolo in via di estinzione nel distretto calzaturiero marchigiano. 


Ma ora stanno scarseggiando tutte le altre figure che ruotano attorno alla produzione di scarpe. Oltre l’orlatrice (la cercano praticamente tutte le aziende), Franco Romagnoli sta cercando due addetti al finissaggio. «Ho svolto diversi colloqui ma non con candidati preparati e sono con persone inesperte e da formare. Ma il contratto di lavoro che offro, quello previsto dal contratto nazionale, viene confrontato spesso con quello che propone il negozio in un centro commerciale per cui il giovane preferisce sempre fare il commesso anziché lavorare in fabbrica» afferma Ciannavei, che in passato è stato anche presidente della sezione calzature per Confindustria Macerata. «Soluzioni? Rendere più attraente il settore ai giovani. Magari anche attraverso incentivi che potrebbero arrivare dallo Stato attraverso una manovra sul cuneo fiscale in modo da aumentare il netto in busta paga al dipendente senza incrementare i costi aziendali. Non vedo altre soluzioni se non quella di mettersi insieme tra aziende e magari andare a produrre all’estero».


Per Malvestiti c’è un altro ostacolo da superare: la mentalità. «Arrivano da noi candidati un po’ disorientati perché abbiamo un modo e di lavorare considerato innovativo per la zona, basato sul raggiungimento degli obiettivi più che sull’orario di lavoro e un metodo più ingegneristico rispetto a quello tradizionale del distretto. Anche in questo campo la formazione dovrebbe adeguarsi» afferma l’imprenditore.

 

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Corriere Adriatico