Macerata, il caso della discoteca abusiba a Piediripa. L’imprenditore Aldo Ascani: «Un locale costa, c’è chi sceglie scorciatoie»

L’imprenditore Aldo Ascani: «Un locale costa, c’è chi sceglie scorciatoie»
MACERATA «La discoteca abusiva a Piediripa? Qual è la differenza con tutte quelle che spuntano sulla costa d’estate?». Ad accendere i riflettori su un...

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MACERATA «La discoteca abusiva a Piediripa? Qual è la differenza con tutte quelle che spuntano sulla costa d’estate?». Ad accendere i riflettori su un fenomeno che da tempo crea indignazione tra i gestori dei locali in regola della provincia è Aldo Ascani, figura di spicco nel mondo dei locali notturni e dell’intrattenimento, la cui famiglia gestisce a Civitanova, in compagini societarie diverse, Shada, Brahma, Cala Maretto e La Serra.

 

«Da 45 anni gestiamo locali nella massima regolarità e siamo spesso i primi a essere tenuti sott’occhio - dice -. D’altronde, se si vogliono fare i controlli sul by night, si va nei locali regolari. Quelli abusivi purtroppo sono sempre esistiti, già dagli anni ‘80. Il plauso va alle forze dell’ordine che hanno scoperto il locale di Piediripa e ci auguriamo che i controlli su questo fronte continuino».

La burocrazia

Ascani evidenzia, infatti, come sia sempre più impegnativo gestire un locale seguendo tutte le normative. Oppure c’è chi sceglie la scorciatoia. «Noi lavoriamo con quasi 40 addetti alla sicurezza e quando apriamo una attività di qualsiasi genere nel mondo dell’intrattenimento, che entrino una, cento o mille persone, dobbiamo essere in grado di garantire la sicurezza per tutte. La responsabilità, se accade qualcosa nel locale, è della proprietà e della gestione. Noi mettiamo in piedi il massimo dell’organico che oscilla dai 20 ai 40 buttafuori, oltre a tutto il personale interno. Prendere la licenza di intrattenimento costa: si va dai 70mila ai 300mila euro, in base all’ampiezza della struttura. Fare un locale in regola oggi costa milioni di euro. È ben diverso prendere un garage, chiamare un service, pagare la Siae e pensare che sia tutto a posto. E la licenzia prefettizia? Sono almeno 25 anni che ci appelliamo alle autorità per controllare l’abusivismo». Un appello che si rinnova anche in vista dell’estate: «L’unica richiesta che faccio - dice - è che vengano rispettate le regole da tutti. La famiglia Ascani ha sempre lavorato nel contesto dell’indotto: più siamo e meglio è. Io non voglio far chiudere nessuno, Civitanova è diventata la capitale dell’intrattenimento, soprattutto in estate, perché siamo tanti e quei tanti lavorano seguendo le regole. La regola non è una strategia».

La riflessione

Poi una riflessione sul pubblico, nel contesto che vede da una parte locali in regola e dall’altra gli abusivi: «È chiaro che i fruitori non pensino a scegliere in base alle licenze. Il pubblico va ovunque, ma deve essere consapevole che andare in una attività abusiva ne va della propria sicurezza. Un locale abusivo può non essere in regola per le vie di fuga, per l’illuminazione inadeguata, per le porte e gli spazi. Non dimentichiamo che si sono verificati anche gravi fatti di cronaca che hanno visto coinvolte strutture vecchie e non rinnovate. Poi a pagarne le conseguenze sono in primis gli ospiti, ma anche i locali che hanno sempre lavorato in regola. Ben vengano i controlli per porre un freno al mondo dell’abusivismo».

 

 

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Corriere Adriatico