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MACERATA - Il settore alberghiero continua a non vedere una via d’uscita dalla crisi pandemica. In questi giorni, infatti, i telefoni dovrebbero tornare a squillare nelle reception degli hotel, con la bella stagione sempre più vicina. Ma non è così e, dopo i tempi delle restrizioni e degli spostamenti limitati, ora è la volta dei rincari in bolletta e dell’aumento dei costi di gestione. A fare da contraltare all’enorme crescita delle spese, però, non ci sono il pienone e le speranze dei tempi migliori. Il virus continua a colpire e le camere restano vuote. La voce unanime degli albergatori e delle associazioni di categoria arriva forte e chiara: «Qualcuno potrebbe non farcela».
Il margine di profitto è sempre più ridotto, talvolta nullo: gli esercenti restano in attesa di un intervento delle istituzioni, ma il clima di sfiducia si è ormai insediato tra tutti gli addetti ai lavori. «La soluzione non sarebbe nemmeno l’aumento delle tariffe – sottolinea Massimo Milani, presidente di Federalberghi Macerata e proprietario dell’hotel San Crispino a Morrovalle –.
In questo modo però diventa molto più difficile organizzare il nostro lavoro e soprattutto tentare di programmare un investimento conclude Milani -: il comparto rischia conseguenze pesantissime».
La posizione di Simone Iualè sugli eventuali ritocchi al tariffario è ancora più netta. Il proprietario della Rosa dei Venti e presidente dell’Associazione degli albergatori maceratesi non è intenzionato ad aumentare i costi per i clienti. «È una questione di principio – afferma –. Sono comunque perplesso sulla gestione della pandemia: siamo in regime di stato di emergenza ma nel frattempo i pagamenti sono stati sbloccati. Non solo: gli aumenti delle utenze sono ben superiori al 40 percento di cui spesso si parla. Nella nostra struttura avremmo la possibilità di lavorare anche con il ristorante, ma le presenze sono molto scarse ed è impensabile basare l’attività solo sui pernottamenti. Speriamo in un’ottima estate, ma è probabile che i ricavi dell’alta stagione possano a malapena coprire le perdite dell’inverno. Rischiamo un vero e proprio disastro». Il clima di sfiducia e di scoramento è evidente nelle parole di Arianna Scheggia, che gestisce Palazzo Cortesi ed è proprietaria dell’Hotel Lauri a Macerata. Il momento di estrema difficoltà l’ha portata, lo scorso 20 dicembre, alla decisione di restare chiusa per qualche tempo.
«I rincari sono pesantissimi e i ristori molto scarsi – dice –. Ho dovuto prendere questa decisione, visto che al momento aprire significherebbe andare in perdita. Non rientro nei requisiti fissati per l’accesso alla cassa integrazione e al momento ho il personale forzatamente in ferie. Sono un po’ delusa, visto che non siamo potuti accedere alla riduzione della Tari prevista dal Comune. Il momento è molto delicato e l’unica speranza è quella che l’amministrazione comunale ci venga incontro: mi aspetto che facciano tutto il possibile per incentivare l’attrattività del centro storico. Ne abbiamo bisogno».
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Corriere Adriatico