Via i lavori nel cortile della prefettura per spostare lo stemma in travertino: tornerà sulla Loggia dei Mercanti

Via i lavori nel cortile della prefettura per spostare lo stemma in travertino: tornerà sulla Loggia dei Mercanti
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MACERATA Tecnici al lavoro nei giorni scorsi nel cortile del palazzo della prefettura. Non si è trattato di lavori legati al prossimo avvio del restauro del palazzo ma della prima fase dell’intervento per la rimozione di uno stemma in travertino che verrà riportato nella sede originaria, sulla Loggia dei Mercanti. Montata l’impalcatura, i tecnici hanno messo in sicurezza lo stemma e con una gru è stato messo a terra e caricato per il passaggio successivo, l’opera di restauro che sarà condotta da Paolo Pecorelli, mentre i lavori sono affidati all’impresa umbra di Nicola Falcini. Ad organizzare l’intervento l’ingegnere della Provincia Luca Fraticelli. Grande attenzione per la ricollocazione dello stemma seicentesco in travertino del cardinale legato Giuseppe Estense, governatore a Macerata nel 1672. Lo stemma sarà ricollocato entro la fine del mese sulla Loggia dei Mercanti.

 

«Lo stemma - spiega l’assessore comunale all’Urbanistica Silvano Iommi - del cardinale Estense era stato posizionato in sostituzione di un precedente stemma andato distrutto di Alessandro Farnese che è il realizzatore della Loggia dei Mercanti tra il 1503 e il 1505, cardinale poi diventato Papa Paolo terzo. La loggia superiore a un certo punto viene tamponata con delle finestre su ordine del cardinale Emilio Bonaventura Altieri, eletto poi Papa con il nome di Clemente decimo, per farne un locale dell’abitazione cardinalizia, quello che ora è il palazzo della prefettura: i lavori vengono eseguiti, il tutto resta fino al 1905, anno dell’esposizione marchigiana della piccola e media impresa, quando si decide di riaprire la loggia superiore, si ripristinano gli archi originali, lo stemma viene trasferito nel cortile interno della prefettura, eliminato dalla vista pubblica. Oggi, dopo circa 120 anni, torna al suo posto. Non si tratta di una operazione semplice, è un oggetto di grandi dimensioni e fragile, stemma che pendant con un altro collocato all’angolo opposto della prefettura su via don Minzoni: bisogna occuparsi degli ancoraggi e della sicurezza».

 

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Corriere Adriatico