Perseguita la ex: operaio condannato a un anno di reclusione. La difesa: «Pronti a fare appello»

Un'aula del tribunale
MACERATA - Avrebbe perseguitato la ex dopo la fine della loro relazione, 28enne condannato a un anno di reclusione, dovrà pagare anche 5mila euro alla parte civile. La...

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MACERATA - Avrebbe perseguitato la ex dopo la fine della loro relazione, 28enne condannato a un anno di reclusione, dovrà pagare anche 5mila euro alla parte civile. La difesa: «In questa storia non ci sono fatti, solo racconti. Faremo appello». Si è chiuso ieri il procedimento di primo grado a carico di un operaio matelicese accusato di atti persecutori nei confronti della ex.

 

I fatti contestati sarebbero avvenuti a febbraio del 2019. Da quanto emerso la coppia era entrata in crisi nell’agosto del 2018, i due però, genitori di un bambino, avevano deciso di continuare a stare insieme fino a gennaio quando lei era tornata a vivere a casa dei propri genitori. Da quel momento, in base a quanto denunciato dalla donna, lui avrebbe iniziato a perseguitarla appostandosi più volte anche incappucciato sotto la sua abitazione, seguendola sia a piedi sia in auto, sferrandole uno schiaffo un giorno al culmine di una discussione. La vicenda finì in un’aula di Tribunale davanti al giudice Roberto Evangelisti e al pubblico ministero Lorenzo Pacini. La ex si è costituita parte civile con l’avvocato Milena Maggi mentre il 28enne era difeso dall’avvocato Tiziano Luzi.

eri la discussione: il pm ha chiesto la condanna a un anno di reclusione, e il giudice condividendo la richiesta ha emesso sentenza di condanna: un anno di reclusione, pena sospesa, e il pagamento di 5.000 euro alla parte civile. «Voglio leggere le motivazioni della sentenza – ha commentato l’avvocato Luzi a margine dell’udienza -, tutti gli elementi emersi nel corso del dibattimento erano a favore del mio cliente. Siamo molto fiduciosi che in Appello venga fatta giustizia». Nel corso del dibattimento la difesa aveva prodotto anche un certificato medico che testimoniava che il giovane era stato aggredito. Secondo la difesa, nelle occasioni in cui il 28enne si presentava sotto casa della ex lo faceva per vedere il figlio e dopo aver avvisato la donna. «Una volta aveva il cappuccio perché faceva freddo e pioveva, lo ha confermato anche una testimone, di certo non per nascondersi», ha concluso il legale.

 

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Corriere Adriatico