Macerata, soldi per foto hard con minorenni: sei anni a un docente universitario

Macerata, soldi per foto hard con minorenni: sei anni a un docente universitario
MACERATA - Accusato di aver adescato ragazzini su Facebook per poi farsi mandare foto intime dei minorenni, docente universitario siciliano condannato a sei anni per pornografia...

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MACERATA - Accusato di aver adescato ragazzini su Facebook per poi farsi mandare foto intime dei minorenni, docente universitario siciliano condannato a sei anni per pornografia minorile. Assolto da altre accuse che gli venivano contestate. I legali: «Leggeremo le motivazioni e faremo appello». I fatti contestati risalgono al 2013. Per l’accusa (il fascicolo è del pubblico ministero Ruggero Dicuonzo della Procura distrettuale di Ancona, competente per i reati informatici, mentre le indagini erano state eseguite dalla Sezione maceratese della polizia Postale) l’uomo attraverso un profilo creato su Facebook avrebbe adescato ragazzini minorenni di origine straniera e una volta avuta la loro amicizia virtuale alla loro presenza avrebbe compiuto atti sessuali mostrando i propri genitali. 


 
Poi attraverso il canale Western Union avrebbe versato ai minorenni somme di denaro convincendoli in questo modo a mostrarsi a lui senza indumenti con in vista gli organi sessuali e a inviargli foto intime. In totale sono quattro i ragazzini individuati come persone offese, tutti maschi e tutti di origine straniera. Dopo il rinvio a giudizio dell’imputato disposto dal giudice per le indagini preliminari Francesca De Palma il fascicolo era stato trasmesso al Tribunale di Macerata, competente territorialmente perché l’imputato per un periodo avrebbe soggiornato a Macerata, e ieri il procedimento per pornografia minorile e corruzione di minorenne è stato discusso.

«Presenteremo l'appello»

Il pubblico ministero Dicuonzo ha chiesto la condanna dell’imputato a sei anni e mezzo di reclusione, i difensori, gli avvocati Vittoria Fazio ed Ernesto Parisi, hanno chiesto l’assoluzione sostenendo l’estraneità del loro assistito alle accuse mosse: «Nel corso delle indagini – hanno sostenuto – non sono state trovate né foto né video, solo dei messaggi. Non c’è traccia neppure di passaggi di denaro. Nei confronti del nostro assistito ci sono solo le dichiarazioni dei ragazzi». All’esito della camera di consiglio il presidente del collegio, il giudice Roberto Evangelisti, ha letto il dispositivo: l’imputato è stato condannato per pornografia minorile nei confronti di solo una delle persone offese, è stato invece assolto da tutti gli altri reati contestati con la formula “perché il fatto non sussiste”. «Una volta lette le motivazioni, presenteremo il ricorso in Appello», hanno anticipato i difensori.

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Corriere Adriatico