Macerata, sesso con l'allieva minorenne: condannato l'istruttore di equitazione

Macerata, sesso con l'allieva minorenne: condannato l'istruttore di equitazione
MACERATA - Atti sessuali con minorenne, istruttore di equitazione condannato a due anni e quattro mesi di reclusione. La difesa: «Aspettiamo di leggere le motivazioni ma...

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MACERATA - Atti sessuali con minorenne, istruttore di equitazione condannato a due anni e quattro mesi di reclusione. La difesa: «Aspettiamo di leggere le motivazioni ma faremo appello». I genitori della ragazzina: «L’abbiamo mandata a lezione di equitazione per toglierla dai giardinetti, invece l’abbiamo messa nelle mani dell’orco».

Si è chiuso nella tarda mattinata di ieri il processo di primo grado a carico dell’imputato. Pesantissima l’accusa contestata, avrebbe avuto rapporti sessuali con una ragazzina a cui insegnava equitazione. All’epoca, quattro anni fa, la ragazzina aveva 14 anni, lui molti di più. A legarli la stessa passione per i cavalli. La giovanissima aveva iniziato a seguire i corsi impartiti dall’uomo e tra i due, ben presto, sarebbe nata una liaison che sarebbe proseguita anche dopo le lezioni.
  
La relazione era venuta alla luce dopo che il padre della piccola aveva trovato un biglietto sull’auto in cui un anonimo lo metteva in guardia, rivelandogli la frequentazione della figlia. Un sospetto terribile che aveva portato la madre a controllare in maniera più approfondita la figlia. È stato così che i genitori avevano scoperto sul telefono della figlia, la chat tra lei e il suo istruttore, la minore avrebbe scritto particolari della relazione anche su un diario. A quel punto era scattata la denuncia. «Da parte sua – hanno detto i genitori a margine del processo – non c’è stato neanche un tentativo di avvicinamento né si è mai scusato per quello che ha fatto». Ieri il gup del Tribunale di Macerata, Domenico Potetti, ha condannato, in abbreviato, l’istruttore a due anni e quattro mesi di reclusione (anche il Pm Vincenzo Carusi aveva chiesto la condanna). «Per noi va bene così, più che la condanna a due anni e quattro mesi, è fondamentale che il giudice lo abbia condannato anche a non insegnare più», hanno aggiunto i genitori, parte civile con l’avvocato Gianluca Micucci Cecchi, insieme alla figlia che nel frattempo è diventata maggiorenne.

«Un passo è stato fatto – ha commentato l’avvocato della difesa, il legale Simone Mancini –, quanto meno rispetto all’accusa iniziale per la quale era prevista una pena da cinque a dieci anni. Abbiamo ridimensionato le cose, tra l’altro sono state riconosciute anche le attenuanti. Però dobbiamo leggere le motivazioni e sicuramente faremo appello. Considerato quello che è realmente accaduto è una pena non congrua. Il mio cliente nega di essere coinvolto per come è stato accusato. È stata prodotta documentazione per dimostrare cosa è accaduto veramente, tra l’altro alcune prove sono molto discutibili». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico