Quasi 2 milioni all’anno per il Contributo di autonoma sistemazione, 450 i maceratesi ancora fuori casa

Quasi 2 milioni all’anno per il Cas, 450 i maceratesi ancora fuori casa
MACERATA Sono passati più di sei anni dal terremoto 2016 ma anche a Macerata sono ancora diverse centinaia le persone che devono fare rientro nelle proprie abitazioni...

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MACERATA Sono passati più di sei anni dal terremoto 2016 ma anche a Macerata sono ancora diverse centinaia le persone che devono fare rientro nelle proprie abitazioni danneggiate. Attualmente sono 450 i maceratesi che ancora percepiscono il Cas, contributo di autonoma sistemazione, e nel complesso sono 260 le famiglie interessate. Ciò comporta una spesa mensile di 160mila euro che equivale a quasi 2 milioni di euro l’anno.  



Una cifra certamente in discesa rispetto agli anni scorsi ma certamente ancora importante anche alla luce del fatto che il capoluogo ha sì subito danni alle proprie strutture abitative ma in maniera assai minore per entità se rapportato a quanto avvenuto in altri centri. «Le erogazioni del Cas sono comunque in diminuzione rispetto agli ultimi anni –afferma l’assessore all’Urbanistica, Silvano Iommi- è una diminuzione graduale ma costante, segno che la ricostruzione inizia a mostrare i suoi effetti anche sulla nostra città, pur permanendo un numero di persone che sono coinvolte da questi sostegni fino a quando non potranno rientrare nelle proprie abitazioni. Del resto il fatto che in città siano attivi ben 86 cantieri, di cui 22 nel solo centro storico rappresenta un segnale eloquente di una ricostruzione che dopo i primi anni di assoluto immobilismo in questi ultimi sta marciando a buon ritmo e sono convinto che nei prossimi mesi ci sarà un’ulteriore accelerazione se il nuovo commissario Guido Castelli, come annunciato, punterà ancor più sulla semplificazione delle pratiche il che non potrà che favorire la velocizzazione nell’apertura di altri cantieri per sistemare il patrimonio edilizio privato danneggiato dal sisma. Anche gli uffici comunali, superato l’impasse provocato dall’attacco hacker subito, hanno ripreso a pieno ritmo la propria operatività completando le varie istruttorie in tema di ricostruzione post sisma». 

Via Pantaleoni
 

Una delle zone, al di fuori delle mura urbane, che sarà toccata da una profonda ricostruzione urbanistica è via Maffeo Pantaleoni, dove ci sono ben tre condomini che dovranno essere demoliti e ricostruiti, i cosiddetti “palazzi de Lattà”, con un primo intervento del Comune per il consolidamento della strada prima di demolire gli edifici che vi insistono. «Una parte dei progetti sono già stati completati per quanto riguarda la conformità urbanistica -prosegue l’assessore Iommi - c’è ancora un condominio che deve completare questa fase progettuale e siamo in attesa dell’ordinanza speciale per la partecipazione della parte pubblica a sostegno di quella privata. Parlo della paratia di contenimento di via Pantaleoni che in parte sarà finanziata dall’Usr e in parte autonomamente con altri fondi e bonus edilizi gli stessi proprietari delle abitazioni. Dei tre condomini uno potrebbe iniziare già i lavori, gli altri due stanno completando gli iter necessari per dare il via alla ristrutturazione». 



«Va ricordato anche come la disponibilità di imprese e degli stessi materiali edili rappresentino comunque ostacoli che in qualche modo rallentano la ricostruzione - prosegue Iommi -. C’è pure da dire che, soprattutto in centro storico, il carico dei cantieri aperti è già ragguardevole e difficilmente si potrà incrementare di molto perché gli spazi sono quelli che sono, ci sono le esigenze dei residenti per viabilità e sosta, presto partiranno anche i lavori della Provincia al Provveditorato, per cui anche la presenza dei cantieri dovrà essere diluita nel tempo per evitare ripercussioni sull’agibilità della parte antica della città».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico