Macerata, ricatto hot alla minorenne: «A letto con me o pubblico le tue foto»

Macerata, ricatto hot alla minorenne: «A letto con me o pubblico le tue foto»
MACERATA - Si conoscono su un sito di incontri poi la minaccia: «Vieni a letto con me o pubblico foto e video in cui sei nuda sul web». Vittima una minorenne, a...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
MACERATA - Si conoscono su un sito di incontri poi la minaccia: «Vieni a letto con me o pubblico foto e video in cui sei nuda sul web». Vittima una minorenne, a processo invece c’è un pakistano di 23 anni imputato per tentata violenza sessuale. La vicenda risale al 2016 e ieri mattina è stata rievocata in aula dalla stessa vittima. Erano i giorni di Natale di tre anni fa quando la ragazza, all’epoca minorenne, aveva conosciuto su due siti per incontri un giovane «di carnagione scura e capelli scuri».

 

La foto del profilo era uno scatto che si era fatto allo specchio e che riprendevano la figura intera. I due avevano iniziato a scrivere, poi lei su richiesta di lui, le aveva mandato due foto di parti intime. Il giovane però non si era fermato lì, le aveva chiesto anche una foto del viso e poi di incontrarsi. La ragazza si era sempre negata, «Mi ero iscritta con un’amica perché sapevamo che lì c’era un ragazzo che ci piaceva», ha spiegato. Poi però il pakistano sarebbe andato ancora oltre chiedendole un rapporto sessuale, al rifiuto di lei l’avrebbe minacciata dicendole che se non avessero avuto un rapporto sessuale completo lui avrebbe pubblicato le foto della ragazza e un video su Youtube, Facebook e Instagram. Preoccupata per questi messaggi la giovane aveva raccontato tutto al padre. Ieri è stato sentito anche lui: «Era agitata, aveva paura che avrebbe potuto incontrarlo quando sarebbe tornata a scuola. Sono intervenuto nella loro chat presentandomi e dicendogli di smetterla di mandarle messaggi, poi siamo andati dai carabinieri per denunciarlo. Un suo messaggio le era arrivato anche mentre eravamo in caserma. Successivamente ha chiesto scusa». In aula è stata sentita anche la mamma e l’esperto informatico Luca Russo che aveva effettuato una perizia sul cellulare dell’imputato. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico