In 4 anni gli spilla 60mila euro, condannata per i ricatti a luci rosse. Commerciante vittima di una donna conosciuta in un sito d’incontri

Un'aula del tribunale
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MACERATA - Conosce una donna su un sito di incontri, consuma con lei rapporti sessuali a pagamento poi riceve plurime minacce del tenore: «Paga o ti mando la Guardia di finanza» oppure «paga o racconto a conoscenti e clienti dei nostri rapporti intimi». Non è chiaro quale delle due minacce abbia fatto più presa sull’uomo, quel che è certo - secondo l'accusa - è che in poco più di quattro anni la vittima avrebbe pagato circa 60mila euro prima di decidersi a presentare una denuncia nei confronti della donna. 

 


Donna che ieri è stata condannata a due anni e otto mesi di reclusione, era accusata di estorsione aggravata. Lo ha stabilito il gup del Tribunale di Macerata, Giovanni Maria Manzoni (l’accusa invece è stata sostenuta in aula dal pubblico ministero Vincenzo Carusi) all’esito della camera di consiglio. Il procedimento a carico di una 50enne della provincia di Ancona si è chiuso ieri in abbreviato (che le ha consentito di ottenere uno sconto di pena proprio per la scelta del rito). I fatti contestati invece risalgono al periodo compreso tra la fine del 2015 e gli inizi del 2020. L’antefatto è che imputata e persona offesa si erano conosciuti in un sito di incontri. Dopo qualche tempo la conoscenza da virtuale divenne reale e, da quanto emerso, i due, lei di fuori provincia, lui di un comune del Maceratese, avrebbero consumato rapporti sessuali a pagamento. Poi però stando a quanto contestato dalla Procura di Macerata – le indagini all’epoca furono coordinate dal pubblico ministero Rosanna Buccini – lei avrebbe iniziato a chiedere ulteriori somme di denaro. Lo avrebbe fatto per telefono, attraverso messaggi privati su Facebook, aggiungendo alle richieste di denaro anche minacce di vario tipo, ovvero che gli avrebbe mandato la Guardia di finanza nel negozio oppure che avrebbe raccontato dei loro rapporti intimi a conoscenti e a clienti dell’uomo. Era stato così che la vittima avrebbe consegnato le somme di denaro, anche attraverso ricariche della Poste pay per evitare che la sua vita privata e le scelte che riguardavano comunque la sfera più intima diventassero di dominio pubblico e per evitare la visita delle Fiamme gialle nel suo esercizio commerciale. Alla fine tra ottobre del 2015 e gennaio del 2020 l’uomo avrebbe pagato complessivamente 60.000 euro. Poi la denuncia. Il pubblico ministero Buccini aprì quindi un fascicolo a carico della donna per estorsione aggravata dal danno patrimoniale rilevante cagionato all’uomo che per questo motivo avrebbe avuto difficoltà economiche.

 

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Corriere Adriatico