Macerata, pizzaiolo accoltellato: «L'imbianchino voleva ucciderlo»

Macerata, pizzaiolo accoltellato: «L'imbianchino voleva ucciderlo»
MACERATA - Accoltellò un giovane pizzaiolo nella notte dell’Immacolata. Albanese a giudizio per tentato omicidio. Il processo a carico di Klodian Falli, albanese di...

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MACERATA - Accoltellò un giovane pizzaiolo nella notte dell’Immacolata. Albanese a giudizio per tentato omicidio. Il processo a carico di Klodian Falli, albanese di 30 anni, si aprirà il prossimo 18 novembre dinanzi ai giudici del Tribunale di Macerata in composizione collegiale. Lo ha deciso mercoledì scorso il giudice dell’udienza preliminare Domenico Potetti che ha rinviato a giudizio l’imbianchino di origine albanese. L’aggressione risale alla notte tra l’8 e il 9 dicembre del 2017 ed era avvenuta alle prime ore del mattino lungo via Diomede Pantaleoni, la strada che costeggia l’arena Sferisterio. Qualche ora prima, un pizzaiolo maceratese di qualche anno più grande del suo aggressore, era uscito in centro in compagnia di alcuni amici.

  

Prima di tornare a casa, però, il gruppetto si era diretto in direzione di borgo San Giuliano per proseguire la serata in un altro locale cittadino. Alle prime ore del mattino del 9 dicembre il pizzaiolo stava percorrendo via Pantaleoni quando gli era passato accanto l’albanese. Tra i due era scoppiata una discussione per futili motivi al culmine della quale lo straniero aveva estratto un’arma – un coltello per gli inquirenti – e aveva colpito il pizzaiolo prima ad un fianco provocandogli una profonda ferita, poi all’avambraccio sinistro. Trasportato d’urgenza al pronto soccorso il pizzaiolo venne sottoposto ad una operazione chirurgica. La ferita per poco non causò conseguenze ben più pesanti, dal referto dei medici infatti appariva tutta la gravità delle lesioni: «emopneumotorace sinistro provocato da ferita da arma bianca penetrante in emitorace sinistro, con pericolo di vita, essendosi determinata all’emitorace di sinistra una piccola falda di pneumotorace dello spessore di un centimetro massimo». Il mattino seguente al giorno dell’Immacolata sul luogo dell’accoltellamento c’erano ancora i segni della violenza, in particolare su una Smart di colore bianco parcheggiata sul marciapiede sulla quale erano rimaste copiose macchie di sangue. A intervenire sul posto e a seguire le indagini erano stati i carabinieri del Nucleo operativo che, al termine di serrate indagini eseguite nel corso della giornata erano riusciti a identificare il giovane ritenuto essere il presunto autore della violenza. In tarda serata, sentendosi braccato, era stato lo stesso aggressore, accompagnato dal suo avvocato, Alessandro Marcolini, a presentarsi in caserma per riferire la propria versione dei fatti. Disse di aver litigato con il pizzaiolo e di averlo colpito con un oggetto trovato sul muretto che costeggia la via, ma senza la volontà di ucciderlo. Dichiarazioni che hanno convinto parzialmente gli inquirenti, in particolare sulle caratteristiche dell’arma. Per i carabinieri sarebbe stato un coltello, tant’è che Falli deve rispondere anche di porto in luogo pubblico di coltello. Tre mesi dopo l’accoltellamento il giovane tornò agli onori della cronaca, fu arrestato dai carabinieri che lo avevano trovato in possesso di un chilo di hashish nascosto nell’auto su cui viaggiava. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico