Del caso di Pamela Mastropietro, la diciottenne romana uccisa e fatta a pezzi a Macerata a fine 2018, si parlerà al parlamento europeo in un convegno (il 21 novembre)...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Ringraziamo l'europarlamentare Luisa Regimenti che ci ha dato questa occasione», afferma Marco Valerio Verni, legale della famiglia di Pamela e zio della ragazza: è stata proprio la deputata europea a promuovere il convegno dal titolo “Il muro delle Bambole - Combattere la violenza contro le donne - In memoria di Pamela Mastropietro”. Era 29 gennaio 2018 quando sui giornali appare la foto di una ragazzina di 18 anni, scomparsa. Pamela Mastropietro era fuggita dalla comunità per tossicodipendenti dove era ospite da tre mesi, a Corridonia (Macerata), portando con sé solo due valigie di colore blu e rosso. Verrà ritrovata cadavere in quelle stesse valigie due giorni dopo. Per l'omicidio è stato condannato dalla Corte di Assise di Macerata all'ergastolo il pusher nigeriano Innocent Oseghale, accusato di aver violentato, ucciso e fatto a pezzi la 18enne romana.
LEGGI ANCHE:
Pamela, l'opera choc: lei come la Madonna Oseghale Gesù Bambino. L'ira della famiglia
Ergastolo per omicidio Pamela ma Oseghale torna "libero" per lo spaccio di droga
«Sarà un momento molto importante - sottolinea l'avvocato Verni - Porteremo la storia di Pamela, con tutti gli aspetti ad essa connessi, nella massima istituzione europea. Parleremo di Pamela, della mafia nigeriana, della violenza di genere e in tal caso della violenza contro il genere umano perché ciò che è stato fatto a Pamela va oltre la violenza contro una donna: è una violenza contro l'umanità intera». Regimenti (europarlamentare leghista del Gruppo Identità e Democrazia) è stata anche consulente di parte civile della famiglia di Pamela nel processo che si è celebrato davanti alla Corte di Assise di Macerata, terminato con la condanna all'ergastolo in primo grado per Innocent Oseghale.
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico